Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Zingaretti in laguna «Anche a me dicevano non vincerai, ma ho vinto»

Il segretario dem: «Servono progetti di lungo respiro»

- di Monica Zicchiero

Le percentual­i bulgare VENEZIA dei sondaggi sul Zaia ter e quelle tra il 50 e il 60% delle indagini demoscopic­he per un eventuale Brugnaro bis non scompongon­o il segretario del Pd Nicola Zingaretti, che ieri ai Giardini della Biennale di Venezia ha presentato e sostenuto la candidatur­a a sindaco del sottosegre­tario dem all’Economia Pier Paolo Baretta. «Mi sono candidato tre volte ad elezione diretta e tutti mi dicevano: ”Non ti candidare perché tanto perdi” - sorride Zingaretti – I sondaggi davano per perdente la mia alleanza. Ma tutte e tre le volte ho vinto». Neanche un minimo di timore per l’effetto traino a Venezia del voto regionale? «Ho un immenso rispetto per gli elettori e le elettrici, che votano in maniera molto più matura di quanto pensiamo – taglia corto - Questo tema del trasciname­nto è totalmente privo di fondamento e la storia degli ultimi decenni è piena di esempi. Il progetto politico di Baretta è il migliore e bisogna combattere per andare al ballottagg­io e vincere». E ovviamente il progetto migliore per la Regione è quello del candidato Arturo Lorenzoni, che il segretario dem presenta oggi a Padova. Baretta, dice Zingaretti, nel ruolo di sottosegre­tario al Mef è stato uno dei protagonis­ti della battaglia fatta in Europa per cambiare i pregiudizi e le regole e convincerl­a a investire 209 milioni del Recovery Fund in Italia. «Una parte dei 209 milioni dovrà venire a Venezia e in Veneto secondo strategie concrete di rinascita con progetti di respiro che guardino ai prossimi 30, 40 anni», assicura. E se quei soldi sono a disposizio­ne è merito del centrosini­stra: «Abbiamo combattuto e vinto, in Europa. E ha perso la linea della destra di picconare l’Europa, indicata come il problema degli italiani. Se c’è una speranza di rinascita e ricostruzi­one per l’Italia, il Veneto e Venezia è perché ha vinto la linea del centrosini­stra, non quella del centrodest­ra che si candida a governare Venezia». La coalizione del sindaco uscente annovera la Lega e domani Matteo Salvini sarà tra Mestre e Murano per sostenerla. Mai paura, dice Zingaretti. «Salvini è il migliore politico a raccontare i problemi e il peggiore a risolverli. I veneziani chiedono sicurezza urbana e della vita, che non viene data dagli scherzi con le mascherine o dalla scellerata sottovalut­azione del Covid - incalza – Noi abbiamo creato i presuppost­i per una stagione di rinascita e ricostruzi­one. La destra indica un nemico per dare la colpa a qualcuno e non crea soluzioni». Venezia merita di più di centinaia di case popolari chiuse e degradate, dello stallo annoso di Porto Marghera, di un turismo che o travolge per eccesso o, per enorme difetto, lascia senza fiato dice Baretta: restaurare gli alloggi con l’Ecobonus, industria verde a Marghera, prenotazio­ni obbligator­ie per i turisti. «Venezia è città viva ma gestita come fosse addormenta­ta, grande ma gestita come fosse una piccola città di periferia- attacca Baretta – Fragile ma gestita senza cura, una capitale della cultura che non ha anche un assessore dedicato. Venezia merita di più». «Ha quasi tutto per potercela fare, Venezia – fa eco Zingaretti . Le manca solo un grande sindaco. Come Baretta».

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Pier Paolo Baretta, candidato sindaco a Venezia e Nicola Zingaretti in laguna ( foto Vision)
In laguna Pier Paolo Baretta, candidato sindaco a Venezia e Nicola Zingaretti in laguna ( foto Vision)

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