Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Dopo il Covid fuga dalle case di riposo

Meno ospiti, allarme conti. Nel Veneziano 381 positivi, un altro anziano morto

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VENEZIA I cinque centri servizi che compongono Ipav di Venezia, a fine agosto, avevano 97 posti occupati in meno rispetto a gennaio. L’Adele Zara di Mira è scesa da 120 posti occupati a cento; l’Ipab Casson di Chioggia da 175 a 161. La riduzione degli ospiti si ripercuote sui conti delle strutture, perché le spese per il personale e la sanificazi­one sono rimaste le stesse. Intanto nel Veneziano sono 381 gli attualment­e positivi. E stato invece registrato un altro morto.

VENEZIA Nessuno vuole mandare i propri famigliari in casa di riposo, e così i posti letto rimangono vuoti e le strutture vedono ridurre drasticame­nte i loro introiti con il rischio di ripercussi­oni sul personale e i livelli di assistenza. Un posto letto vuoto, infatti, costa molto: tra mancato incasso della quota alberghier­a (la retta pagata dall’ospite) e della quota sanitaria (l’impegnativ­a) si perdono dai 100 ai 110 euro al giorno. Se rimane vuoto un anno ci sono mancati introiti fino a 40 mila euro. Il Covid ha messo così a dura prova le case di cura per anziani: alcune strutture hanno visto i loro ospiti decimati dal virus, i nuovi ingressi sono stati bloccati a lungo, e la prospettiv­a di vedere i propri famigliari ricoverati con il contagocce viste le restrizion­i sulle visite ha bloccato anche chi era in procinto di portare un parente in struttura. E così l’occupazion­e è crollata.

I cinque centri servizi che compongono Ipav, a fine agosto, avevano 97 posti occupati in meno rispetto a gennaio con la sola Antica Scuola dei Battuti, dove un mese fa è scoppiato un focolaio, che è passata da 343 letti occupati a 303 (nel conteggio dei posti letto vuoti c’è però una quota di ospiti ricoverati in ospedale). Ipav non è un caso isolato: l’Adele Zara di Mira è scesa da 120 posti occupati a cento; l’Ipab Casson di Chioggia da 175 a 161. «E’ una situazione difficile — spiega Paolo Dalla Bella, presidente della coop che gestisce l’Adele Zara — i nuovi ingressi sono stati bloccati a lungo e questo ha comportato perdite ingenti». Sulla stessa linea Antonio Rizzato, direttore dell’Ipab Casson di Chioggia. «Un posto letto vuoto non significa che ci sono meno spese. Le bollette sono le stesse e le aree vanno sanificate come prima. Il rischio è che la situazione possa rifletters­i sul personale con mancati rinnovi dei contratti a tempo determinat­o».

La situazione è complicata anche in Ipav. «Abbiamo già speso 300 mila euro per le sanificazi­oni e i dispositiv­i di protezione — spiega il presidente Luigi Polesel — l’aumento dei posti letto vuoti crea grosse difficoltà ma la Regione ha assicurato che coprirà le sue quote calcolando i contributi sull’occupazion­e del 2019. Mancano però le quote alberghier­e: con un grosso sforzo riusciremo comunque a garantire il solito livello di assistenza». Su questo fronte c’è l’appoggio dei sindacati. «Siamo pronti alla collaboraz­ione con Ipav — assicura Paolo Lubiato, Cisl — difenderem­o i lavoratori affinché la situazione non si riverberi sullo stato occupazion­a l e ma va fatto uno sforzo corale per affrontare l ’ eme r g e n - za».

Intanto ieri, nel Venez iano sono stati registrati diciotto nuov i c a s i che portano i positivi a 381. I ricoverati sono 21, mentre i decessi salgono a 326: all’ospedale di Dolo è morto un anziano di 82 anni che proveniva dal focolaio dell’Antica Scuola dei Battuti. L’attenzione resta quindi massima e ieri Codacons ha mandato i suoi ispettori a Venezia che hanno evidenziat­o i problemi all’interno dei mezzi di trasporto pubblici. «Abbiamo registrato una massiccia presenza di viaggiator­i sui vaporetti ma nessun distanziam­ento — spiega l’associazio­ne — ad esempio sulla linea 5.1 che porta al Lido » . Codacons chiede quindi l’intervento del prefetto.

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Trasporti Allarme Codacons: mezzi troppo affollati, intervenga il prefetto

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