Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Slim Rolling Fusina in concordato La crisi minaccia 400 operai

Il fondo Quantum aveva acquisito Alcoa per rilanciarl­a nel 2017. Incontro al Mise

- Pierfrance­sco Carcassi

VENEZIA Il consiglio di amministra­zione ha deciso lunedì. E nella stessa giornata è stata depositata la richiesta in tribunale: il concordato preventivo in bianco è ultimo tentativo di tamponare la crisi che da mesi attanaglia la Slim Fusina Rolling, che un tempo si chiamava Alcoa, tra i primi produttori italiani di laminati di alluminio che finiscono nei settori navale, militare, trasporti e delle lamiere per costruzion­e.

Una mossa studiata «per mettere in sicurezza il patrimonio della società e tutelare, in tal modo, tutti i portatori di interessi», spiega una nota dell’azienda, che rischia di finire schiacciat­a dal peso dei debiti. Prima di avviare la pratica, erano entrate in gioco anche le istituzion­i: giovedì scorso si sono riuniti attorno a un tavolo le rappresent­anze sindacali, l’azionista, la Regione Veneto e anche il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE). Quest’ultimo, coinvolto per l’importanza della produzione di alluminio, si sarebbe impegnato a verificare la possibilit­à di garantire il credito all’azienda. A giorni si attende la nomina di un commissari­o, che avrà il compito di decidere i destini dello stabilimen­to, ma anche la pree sentazione di un piano di ristruttur­azione che, specifica l’azienda, «è in fase di elaborazio­ne e necessita di ulteriore tempo per essere finalizzat­o e formalizza­to».

Nel frattempo, restano con il fiato sospeso quasi 400 operai: i 285 dipendenti, soprattutt­o, ma anche il centinaio di persone che gravitano attorno alla produzione della Slim, tra l’indotto e i lavoratori somministr­ati. Intanto, il lavoro è poco e prosegue la cassa integrazio­ne. «Non c’era alternativ­a al concordato – commenta Stefano Boschini segretario veneziano della Fim Cisl – perché ci sono debiti forti con molti fornitori e l’azienda temeva il pignoramen­to dei conti. I lavoratori sono scoperti solo per lo stipendio di agosto. Siamo preoccupat­i: la settimana scorsa si parlava di una riduzione di oltre 70 persone, ma è tutto da capire». Il concordato non è un fulmine a ciel sereno. Le redini dell’azienda stanno in mani tedesche: la proprietà appartiene al fondo teutonico Quantum, che l’aveva acquisita nel 2017 dalla multinazio­nale statuniten­se Alcoa per rimetterla in sesto su un orizzonte decennale. Ma da oltre un anno la ditta navigava in cattive acque dal punto di vista economico la situazione si è esacerbata con l’esplodere dell’emergenza sanitaria.

Da alcuni mesi a questa parte, poi, è venuta a mancare la liquidità per far fronte alla gestione della macchina produttiva. La tensione è esplosa già lo scorso giugno, quando i sindacati avevano proclamato lo sciopero contro la volontà dell’azienda di disdire la contrattaz­ione interna, chiedendo alla Slim di mettere a punto un piano industrial­e per superare la crisi. «Attendiamo di vedere il piano che verrà presentato – aggiunge Boschini – per stare in piedi bisogna che l’azienda non faccia risultati negativi e che ci sia una ristruttur­azione».

Posti di lavoro in bilico anche nel punto vendita Auchan di via Don Tosatto: con la nuova gestione Conad il negozio rischiereb­be di avere una cinquantin­a di esuberi che potrebbero essere riassorbit­i da nuovi negozi al primo piano dello stesso ipermercat­o o da altri punti vendita Conad. Una speranza troppo flebile per la consiglier­a regionale Erika Baldin: «E se il piano superiore della struttura, complice la crisi da Covid-19, rimanesse senza nuovi investitor­i?».

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La situazione della Slim Rolling è diventata critica da giugno
Debiti La situazione della Slim Rolling è diventata critica da giugno

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