Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Il pendolare con Bruxelles «San Giuliano per i trasporti»

Il candidato della lista Terra e Acqua 2020 punta a una rete di musei a Mestre da collegare con M9

- Mo.Zi.

MESTRE Arriva trafelato in piaz- zale Cialdini. «Sono andato a comprare una camicia in piazza Ferretto. Scusate, ma in campagna elettorale sto letteralme­nte sudando sette camicie » . Marco Gasparinet­ti è l’anima del gruppo 25 Aprile, associazio­ne civica che nel 2014 debuttò sulla scena dell’attivismo sociale con lo scandalo Mose e la paventata ipotesi dello scavo del canale Contorta. La battaglia per la residenza «Venezia mio futuro» ha concimato quel terreno dal quale è nata la civica Terra e Acqua 2020, che lo ha designato candidato sindaco. «L’unico in aspettativ­a senza retribuzio­ne – sottolinea – Lavoro a Bruxelles per la Direzione Generale Ambiente per pagare l’oneroso mutuo contratto per comprare casa a Murano». Ci sono i pendolari che da Mestre arrivano tutti i giorni a Venezia per lavorare nella pubblica amministra­zione e nell’industria del turismo. E poi ci sono i pendolari che volano da Venezia verso mezza Europa o il Nord Ovest d’Italia per potersi permettere sprazzi di vita a Venezia. «Sono nato a Udine, ho vissuto a Bologna, Roma, Bruxelles – racconta – Diciotto anni fa ho scelto Venezia come luogo dello spirito». In principio fu una casa a Rialto. «Ma quando nacque nostra figlia Mila, portare passeggino, spese, ombrello se piove tra orde di turisti e su per i ponti rivelò che Venezia non è una città per bambini. Ho ritrovato a Murano la città a misura di bambino». Da candidato sindaco sta girando in lungo e largo la terraferma. Ci ha preso casa, per l’occasione. Conosce a menadito numeri della popolazion­e (1848 8mila, 1918 18mila, oggi 180mila), dinamiche socioecono­miche e urbanistic­he. Ma è la rete di rii e canali che portano in laguna che gli accende la visione politica. «Questa è una tesi di laurea di tre studentess­e dello Iuav: Alice De Mattia, Elena Semenzato, Linda Simionato. Relatrice,

Paola Viganò – dice, aprendo in tram le cartine della tesi - Tutte donne. Hanno immaginato uno sviluppo a partire dal recupero del Canal Salso, con moduli-cavana per l’ormeggio delle barche. Una grande ispirazion­e». Di qua del ponte si va di treno, tram e bus; l’auto è un asset della sopravvive­nza urbana; l’acqua e la barca, invece, un lusso slow. «Ripartiamo dalla storia – spiega - Un tempo i flussi per Venezia partivano da Fusina, punta San Giuliano che era il civico numero 1 di Cannaregio e poi il ponte della Libertà. Che oggi è diventato l’unica via. Intasata. Evitiamo di intasarla ulteriorme­nte con altri seimila turisti di nuovi alberghi che rischiano di stravolger­e anche il waterfront lagunare della terraferma. E rimettiamo in gioco San Giuliano per i trasporti». Il referendum fallito per la separazion­e è ormai alle spalle: il Comune è un sistema integrato di città e l’amministra­zione deve tenerne conto. «Con un sindaco che si occupi di Venezia, di favorire un’economia non solo basata sul turismo ma su cultura, artigianat­o e cantierist­ica e della riconversi­one green di Marghera – spiega - E un prosindaco per Mestre previsto dallo Statuto: questa è la risposta programmat­ica alla complessit­à del Comune», annuisce Gasparinet­ti. Il viaggio è iniziato a poche centinaia di metri in linea d’aria dall’M9. «Ero contrario, ha drenato tutte le risorse della Fondazione di Venezia – ammette – Il progetto per farlo funzionare è metterlo in un circuito: il museo della città che i mestrini volevano con il lascito De Gheltof alla ex De Amicis, il museo del Risorgimen­to a Forte Marghera. E il museo postale della Serenissim­a all’Antica Posta di Mestre». Il progetto V-Gate di Chioggia per il porto off-shore fuori dalla laguna è l’orizzonte che vede dal tram guardando verso la Marittima e Marghera. «La gente in campagna elettorale chiede lavoro. La casa è scesa al secondo posto delle priorità. La politica deve mettere in cima i bisogni primari e per que s to s ono in c ampo . L’astensioni­smo è il nemico da sconfigger­e per evitare altri cinque anni di politica padronale senza futuro».

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Civico Gasparinet­ti guida la lista civica nata dall’esperienza del Gruppo 25 Aprile. Nel referendum separatist­a erano schierati per il Sì (foto Errebi)

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