Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

« In fuga dalla Rsa La vita va vissuta»

Sandra Milo e il nuovo film: «Venezia, che emozione»

- Sara D’Ascenzo

di sufficienz­a per quello di Le Monde che ha de f ini to «amorfa» la Mostra: «L’America è ossessiona­ta dal politicame­nte corretto - sbotta - le assenze eventuali sono da imputare anche alle difficoltà oggettive nell’arrivare: trovo ridicolo e pretestuos­o questo attacco. Quanto a Le Monde: è un giudizio critico che vale quanto quello di chiunque altro. Da altre testate, come il Financial Times per esempio, sono arrivati elogi perfino imbarazzan­ti».

Barbera si spinge oltre sull’America e punta il dito contro le major. Anzi, gli avvocati delle major: «Ci sono registi che hanno fatto pressioni per venire - rivela - senza ottenere nessun risultato. Li trovo di una rigidità assurda: sono arrivati film da tutto il mondo. I problemi maggiori comunque non sono stati per i film, ma per la possibilit­à di realizzare una Mostra in sicurezza». Cosa che, fin qui (per citare ancora l’Odio) è stato: una sola persona è stata respinta ai varchi perché aveva la temperatur­a superiore a 37.5, ma poi è risultato negativo.

Nel frattempo la gara va avanti. La presidente di giuria, Cate Blanchett, ha imposto una riunione al giorno dopo i due film visti: « Ma io non chiedo mai nulla in anticipo alla giuria», avverte Barbera. Sulla carta questa è la sua ultima Mostra: dopo nove edizioni guidate con mano sicura, il mandato è in scadenza. Cicutto potrebbe rinnovarlo o cercare una profession­alità all’altezza del compito. Ma questo è un altro capitolo.

Il suo è sempre e comunque «un inno alla vita». A 87 anni e una carriera costruita con i più grandi registi italiani, da Federico Fellini a Roberto Rossellini, Sandra Milo si risente quando si parla di terza o addirittur­a quarta età. Nella serata inaugurale della Mostra del Cinema ha solcato il red carpet con un abito strizzatis­simo accompagna­ta dal ristorator­e veneto Sandro Rorato, 50 anni: «Innamorata io? No. Sandro è il mio amico del cuore, ci vogliamo molto bene, ma l’amore è un’altra cosa», si schermisce. Alla Mostra ha portato un nuovo film, Liberi, un road movie girato da Fabrizio Maria Cortese in uscita il 29 ottobre: la storia di cinque persone «mature» che fuggono da una residenza per anziani e partono per un viaggio in Puglia. Con lei ci sono Corinne Clery, Enzo Salvi, Antonio Catania e Ivano Marescotti. «Questo film insegna che non dobbiamo mai arrenderci. Terza o quarta età non contano: la vita è comunque importante e va vissuta con rispetto e gratitudin­e finché dura. Perché una commedia? Abbiamo bisogno di tornare a sorridere. La risata è un deterrente anche nei confronti della paura. E in questo periodo, di paura ne abbiamo tutti tanta». Milo e il cinema è un binomio che sa di 8½ di Fellini, ma anche di clamorosi insuccessi come Vanina Vanini di Roberto Rossellini, fischiato in modo brutale proprio alla Mostra del Cinema: «Venezia per me - racconta Milo - è sempre una grande emozione. Ho avuto trionfali successi e insuccessi altrettant­o trionfali come il film di Rossellini». Significat­ivo che la Milo sia alla Mostra nel centenario di Federico Fellini: «Ma tutti lo ricordano lo stesso - dice l’attrice in uno dei suoi famosi sorrisi -. È stato ed è una creatura meraviglio­sa, ha fatto film di una bellezza inarrivabi­le, è un genio. E come i geni sapeva scegliere piccole figure che trasformav­a in personaggi mitici, come il marinaio di 8½ . La gente pensa che fosse dedito alla propria arte e basta, in realtà non è così: faceva tutto con amore». Confessa, l’attrice, di essere anomala nel panorama del cinema italiano: «Non sono innamorata del cinema, ma della vita. E spesso ho abbandonat­o il cinema per seguire l’amore. Ma fare cinema è bellissimo: provi emozioni che poi devi far provare agli altri».

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Red carpet Sandra Milo sul tappeto rosso della Mostra del Cinema con Sandro Rorato (Pattaro/ Vision)

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