Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Il Covid cambia tutto la Regione ci coinvolga nelle scelte necessarie alla ripartenza»
VENEZIA «La pandemia da Covid-19 ha cambiato tutto, deve cambiare anche il rapporto fra mondo delle imprese e politica». Patrizio Bertin, presidente di Confcommercio Veneto, trasforma la presentazione dei classici desiderata ai candidati governatori alla vigilia del voto in uno scatto di reni. «Stiamo lavorando a un documento congiunto delle categorie maggiormente rappresentative da presentare al prossimo governatore perché - spiega Bertin - la pandemia ci ha insegnato molto e navigare a vista non si può più. Questa volta insisteremo con chi sarà a Palazzo Balbi per un coinvolgimento immediato e pieno nelle scelte che ricadono su tutti. Non siamo noi a dover accontentare la politica ma viceversa». Che la crisi dilagata in quasi tutti i settori segnasse la necessità di un cambio di passo lo si sentiva. Di pochi mesi fa la presentazione del Patto per lo sviluppo da parte di Cna Veneto. «Partiamo dalla consapevolezza che le risorse sono limitate e gli sforzi vanno ottimizzati - spiega il segretario Matteo Ribon -ma dobbiamo costruire un modello tutti insieme». Cna in questi giorni sta organizzando singoli incontri (a video) con i candidati alla presidenza della Regione. Perché mai come in quest’anomala tornata elettorale il dialogo, anche serrato, con la politica che amministra il territorio è sentito come urgenza, come necessità per arginare il crollo. I temi, per Confcommercio come per Cna o Confartigianato sono, inevitabilmente, annosi e sovrapponibili. C’è la «fame» di infrastrutture, in primis quelle digitali, c’è la sempiterna burocrazia che resta in cima ai nemici da abbattere per chi fa impresa pesando 5,4 miliardi l’anno, c’è il rilancio del turismo massacrato dal virus e c’è la formazione per il passaggio generazionale. Bertin snocciola numeri su numeri: il terziario veneto pesa per il 54% del Pil regionale, costituisce il 64% delle imprese venete e copre il 58% degli occupati nel privato. Poi iniziano i segni negativi: l’impatto del Covid-19 ha fatto calare i consumi del 15,1% perdendo 35 mila posti di lavoro. Le imprese che fanno e-commerce in Veneto sono l’11.5% contro il 16 dell’Emilia Romagna ma, del resto, sono stati collaudati, denuncia Confcommercio, meno del 2% dei progetti di banda ultra larga negli ultimi 4 anni. E poi, appunto, il turismo con un’infilata di segni negativi inclusi i 26 mila posti di lavoro persi. Confcommercio sottolinea anche la doppia maglia nera consecutiva del Veneto che, secondo l’Ispra, nel 2018 e 2019 è la regione con maggior consumo di suolo in Italia. «Il costo per recuperare, bonificare, un ettaro di suolo impermeabilizzato arriva a 6.500 euro» sottolinea Bertin. Fra le ferite aperte della primavera in lockdown c’è anche, secondo Confcommercio, lo svuotamento delle città di negozi, attività commerciali e persino di abitanti in favore della periferia. Come la spettrale City di Londra, anche i capoluoghi veneti si stanno desertificando: «lo smartworking - spiega Bertin - ha un fortissimo impatto urbanistico che va governato». La richiesta finale dei commercianti a Palazzo Balbi è un tavolo permanente con le categorie, un «estremo coinvolgimento» conclude Bertin.