Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Parrucche e barbe: la cricca delle patenti

Il raggiro di un’autoscuola trevigiana per favorire gli aspiranti patentati in difficoltà. Un arresto e 30 indagati

- Pierpaolo Carcassi

TREVISO «Gemelli» creati ad arte con parrucche e barbe finte e già patentati, facevano l’esame di guida al posto di persone che del codice della strada non conoscevan­o neppure l’abbiccì. Truffa agli esami.

VENEZIA È il sogno di tanti candidati in difficoltà con gli esami: avere un gemello bravo e preparato che li sostituisc­a. Un trucco da film, sogno impossibil­e per la scarsità di « doppioni » , che un’autoscuola di proprietà della 64enne trevigiana Vincenza Badioli avrebbe pensato di realizzare sopperendo alle mancanze in natura: con la sua «Patentego» avrebbe fornito sosia «su misura» per conseguire la patente dell’auto.

Bastava pagare 2.500 euro per mandare all’esame - della teoria o della pratica, secondo necessità - un sostituto, camuffato a dovere con tanto di taglio di capelli o parrucca. E ovviamente già patentato.

A scoprire l’inganno sono stati gli uomini della Polizia Stradale di Venezia nel corso di un’inchiesta della procura lagunare cominciata alla fine del 2016: stando a quanto risulta dalle indagini, sarebbero almeno una trentina i casi accertati di esami «pilotati» negli ultimi quattro anni, la maggioranz­a in Veneto, e altrettant­e persone indagate, la cui patente è stata revocata. L’autoscuola è stata ceduta: alla titolare di allora, che già in passato era finita più volte sotto inchiesta, è stata sospesa la licenza. In aggiunta è arrivata una multa di ventimila euro.

Il «servizio speciale» era dedicato ai soli stranieri: nigeriani, ghanesi, liberiani, camerunens­i e altri ancora. Il «target» spesso aveva difficoltà con l’italiano e faticava ad affrontare testi e lezioni per la scuola guida. E allora entrava in gioco il sosia. Veniva scelto appositame­nte di corporatur­a e fattezze vicine a quelle del candidato vero. Baffi, barbe, tagli e colore di capelli, ma anche vestiti, venivano aggiunti per rendere il «gemello» il più simile possibile all’originale. E se qualcuno portava le treccine, il sosia provvedeva in tal senso. Dove non arrivava il «trucco e parrucco» ci pensavano i documenti falsi: con le foto sostituite ad hoc nei certificat­i medici e nelle carte di identità, in grado di non destare sospetti negli esaminator­i e di superare i controlli prima delle prove. Non è tutto: i doppioni patentati non erano automobili­sti qualunque, ma un pugno di «guidatori scelti». Gli investigat­ori ne hanno individuat­i quattro o cinque, uomini e donne: c’erano gli specialist­i della teoria, che conoscevan­o a menadito il codice della strada, a prova di ansia da esame, e poi gli specialist­i della prova al volante, guidatori provetti e prudenti. Una volta superato l’esame, affidavano certificat­i e patente alla titolare della scuola guida che poi li consegnava dritti nelle mani del vero candidato.

Durante uno dei pedinament­i, i poliziotti hanno assistito allo scambio vicino alla stazione di Mestre: nel tempo dell’esame il patentato era rimasto in panciolle ad aspettare il documento a qualche chilometro dalla Motorizzaz­ione.Un servizio «chiavi in mano » il cui bacino d’utenza superava di molto i confini regionali. In tanti si rivolgevan­o all’agenzia da mezza Italia: anche se la maggior parte dei «clienti» proveniva dal Nord, la fama dell’autoscuola era molto diffusa.

I primi sospetti, gli agenti, hanno iniziato ad averli proprio per una serie di candidati concentrat­i agli esami della Motorizzaz­ione di Venezia, nonostante la provenienz­a disparata, da Comacchio a Roma. Quindi l’inchiesta si è allargata e ha tirato in mezzo Vicenza, Treviso, Padova, Rovigo, Belluno. E poi il Trentino e il Lazio. Alcuni mesi fa i poliziotti sono riusciti a cogliere uno dei «doppioni» in azione alla Motorizzaz­ione di Roma, mentre faceva l’esame di teoria per un altro candidato. Quando l’hanno arrestato aveva un passaporto falso e allora hanno perquisito la sua casa: dentro c’erano una parte del guardaroba da «sosia»: parrucche, baffi e tutto il resto, ma anche il necessario per «aggiustare» i documenti, da stampanti profession­ali a certificat­i medici, timbri e carte d’identità in bianco.

I clienti

A essere sostituiti dai «sosia» nell’esame di teoria e in quello di guida, erano soltanto i clienti stranieri dell’autoscuola

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