Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Baldan colpito da tre proiettili Perizia sui messaggi
VENEZIA Tre proiettili, non due come era sembrato all’inizio. Solo uno sarebbe stato mortale, indirizzato all’emitorace, mentre un secondo ha trapassato il fianco e il terzo il gomito finendo verso la spalla. Così è morto Andrea Baldan, il 51enne ex pesista veneziano, contro il quale il nuovo compagno dell’ex moglie Simone Meggiato ha sparato sotto casa a Oriago di Mira la notte del 3 luglio, dopo una colluttazione. La relazione finale dell’autopsia del medico legale Claudio Terranova è stata depositata nei giorni scorsi al pm Alessia Tavarnesi e alle parti: a difendere Meggiato sono gli avvocati Tommaso Bortoluzzi e Tiziana Nordio, mentre la famiglia della vittima si è affidata all’avvocato Matteo Scussat.
Ovviamente più sono i colpi e più è difficile per la difesa sostenere la tesi dell’incidente. Secondo il racconto di Meggiato, che comunque ha detto più volte di avere dei vuoti di memoria su quanto accaduto quella sera, Baldan si era presentato verso mezzanotte a casa del «rivale», con cui l’ex moglie, dopo il divorzio di quattro anni fa, aveva intrecciato una nuova relazione. Meggiato, che aveva il porto d’armi perché spara al poligono, è sceso in strada con una Glock calibro nove. Da lì sarebbe partita una colluttazione e lui sostiene di non aver sparato, ma che i colpi potrebbero essere partiti per sbaglio. La donna contesa, che in un attimo ha perso sia l’ex marito che il nuovo compagno, subito arrestato, aveva poi spiegato che da tempo Baldan minacciava anche di morte Meggiato e che quest’ultimo era molto impaurito, perché l’altro era un gigante grande il doppio di lui e nell’ultimo periodo aveva anche problemi di alcol, tanto da essere in cura al Serd.
Anche per questo un altro degli accertamenti importanti per ricostruire il contesto è quello che si sta facendo sui telefoni, per trovare tracce anche «scritte» di queste minacce: a un certo punto Meggiato avrebbe anche «bloccato» il numero di Baldan. (a. zo.)