Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Galassia» Mantovani, in porto il salvataggio Fip Mec
L’azienda passa al fondo Idea 50. Sì dei creditori al concordato Fip industriale
PADOVA «Galassia» Mantovani, va in porto il salvataggio di Fip Mec. L’ultima operazione si è chiusa ieri davanti al notaio, con il passaggio di mano del ramo aziendale vero e proprio, dopo l’aggiudicazione già avvenuta a luglio dell’asta competitiva. Ultimo atto che chiude con esito positivo la vendita e quindi il salvataggio di Fip Mec, il ramo meccanico di Fip Industriale, l’azienda di Selvazzano, alle porte di Padova, parte, con Mantovani (anch’essa in concordato preventivo, dopo il rientro lo scorso anno delle attività che dovevano finire alla newco Coge Mantovani), del gruppo industriale che fa capo alla famiglia Chiarotto.
Azienda meccanica di rilievo in ambito veneto, Fip Mec, con una storia di oltre settant’anni di attività in prodotti per l’ingegneria civile e le infrastrutture - dagli appoggi strutturali ai giunti di dilatazione, fino ai prodotti specifici per le gallerie - e nei dispositivi antisismici. Oltre ad esser nota per aver realizzato le mastodontiche cerniere che ancorano e movimentano le paratoie del sistema Mose a protezione della laguna di Venezia.
Con un’operazione del valore di 6 milioni di euro, la proprietà dell’azienda è andata al fondo d’investimento Idea 50 che fa riferimento ad Andrea Cavagnis, l’imprenditore che aveva guidato da amministratore delegato, Pavan, l’azienda di Galliera Veneta degli impianti per la pasta secca di proprietà delle famiglie Ferro e Cavagnis, ceduta in via definitiva nell’autunno di tre anni fa al colosso tedesco degli impianti alimentari Gea. L’esito per Fip Mec mantiene la proprietà quindi in mani venete, evitando oltretutto soluzioni di taglio speculativo, con un’operazione che permette di salvare i 109 dipendenti e di ridare una prospettiva di crescita all’azienda, che attualmente registra ricavi intorno ai 15 milioni di euro.
L’esito è stato concluso sulla base del concordato in continuità di Fip industriale presentato all’inizio del 2019 (con i consulenti Gianfranco Peracin dello studio Cortellazzo& Soatto di Padova per la parte economica e lo studio Nevoni di Padova per quella legale), guidato dal commissario giudiziale Michele Pivotti. Nello schema di salvataggio dell’azienda le attività meccaniche erano state fin dall’inizio separate dalla parte edilizia, i cui tentativi di vendita non erano andati a buon fine e che era stata invece alla fine chiusa un anno fa. La separazione era avvenuta attraverso la creazione della newco Fip Mec, controllata al 100 per cento da Fip Industriale, a cui la cont rol lante aveva af f idato l’azienda con la formula dell’affitto di ramo d’azienda. Un modo per mantenere su un binario separato il funzionamento delle attività meccaniche, lontano dai problemi che stavano venendo avanti sulla parte edile, e che sono proseguite senza problemi.
Così nella primavera di
quest’anno è stata bandita l’asta competitiva nell’ambito della procedura di concordato per la vendita. Dopo l’aggiudicazione della gara, avvenuta a luglio, al fondo d’investimento Idea 50, due settimane fa è stato trasferito il possesso delle quote societarie, conclusa in via definitiva ieri con la cessione del ramo aziendale.
Le risorse ottenute dalla vendita serviranno ora per rispondere ai creditori del concordato Fip Industriale. Su questo fronte l’altra notizia è il sì al piano concordatario arrivato nel frattempo da oltre l’80% dei creditori. Il piano prevede la restituzione in cinque anni di oltre il 40 per cento degli oltre 18 milioni di crediti chirografari. Ma con la cessione ora della parte meccanica i tempi di restituzione potrebbero anche risultare più brevi. Dopo l’omologa del concordato, atteso a questo punto entro dicembre, i primi pagamenti potrebbero a questo punto ragionevolmente già partire.
6
In milioni di euro, il valore pagato dal fondo Idea 50 per acquisire il ramo di lavorazioni meccaniche della Fip di Selvazzano