Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Un Ottovolante dalla serie A fino alla C Sogni, obiettivi e strategie sull’erba
Dalla massima serie fino alla Lega Pro otto squadre venete e due friulane pronte sulla linea di partenza
Si ricomincia. Si riparte per quello che, almeno in linea teorica e nelle speranze un po’ di tutti, dovrebbe essere la stagione calcistica della svolta, del ritorno alla normalità o quasi.
Dalla A alla C, solo per rimanere nella linea di confine del pallone che viene calciato per professione, c’è una pattuglia di venete alquanto nutrita e carica di ambizioni. Ambizioni differenti a seconda delle proprie possibilità vere o presunte tali. Del campionato, delle risorse, del budget, della base da cui ci si muove. Ci sono nuovi ingressi (vedi il Legnago Salus in serie C al posto del rinunciatario Campodarsego) ma, ed è già una buona cosa, non ci sono state retrocessioni. Anzi, si parte dai dati di una stagione che, per quanto anomala come non mai e, ci si augura, senza replay, ha messo in evidenza uno stato di salute più che buono, per il calcio di casa nostra. In serie A il Verona (partenza oggi alle 20,45 con la Roma) ha chiuso da assoluta sorpresa, toccando a un certo punto con le dita il sogno dell’Europa League, e adesso riparte con le medesime ambizioni: stare in alto, produrre buon calcio, divertire e divertirsi. E, magari, provare un passetto in più. Le premesse ci sono: la società è sul pezzo, Juric è un tecnico che sta dimostrando grandi cose come tattico e motivatore. E poi c’è la piazza, da sempre importante. In A riparte anche l’Udinese, ancora affidata all’emergente Luca Gotti. La speranza è quella di timbrare l’ennesima stagione tra i big, magari con qualche affanno in meno rispetto alla scorsa stagione.
In serie B c’è un Vicenza targato Diesel che vuole subito mettersi in mostra. Dopo anni di magra l’arrivo della famiglia Rosso può riportare i colori biancorossi lì dove sono stati a lungo, cioè la serie A. Riuscirci sarà un’impresa vera, provarci è praticamente un obbligo. E poi il Chievo, che proverà ancora ad agganciare la massima serie dopo aver chiuso in semifinale playoff questa stagione. Le premesse non sono raggianti ma Aglietti è uno che il mestiere lo conosce. Così come lo conosce Roberto Venturato a Cittadella, non più favola da anni ma solidissima realtà di alta classifica. Riprovare a trasformare in materia tangibile la porporina di cui sono fatti i sogni è un imperativo per i granata. La serie A è lì che aspetta, l’ennesimo assalto può essere quello giusto? Difficile a dirsi, la B di quest’anno sembra molto più difficile da scalare. E poi il Venezia, rinnovato e ritornato alle origini, con capitali sempre Usa ma non più con Joe Tacopina. E con due Dogi come Mattia Collauto e Paolo Poggi in sala controllo, ds e responsabile dell’area tecnica. Paolo Zanetti è il tecnico, le premesse per far bene ci sono. E poi c’è il Pordenone di Attilio Tesser, pronto a rimettersi in gioco per stupire ancora tutti.
Infine la C, con il Padova sempre alla ricerca del salto di qualità, sempre a caccia di una corsia su cui lanciare lo sprint giusto per risalire la corrente delle categorie. I biancoscudati hanno le carte in regola per attaccare la vetta del girone, la serie B sfuggita ai playoff a giugno è un obiettivo da centrare e Andrea Mandorlini è uno che difficilmente mette due salti consecutivi da bandierina rossa. Infine, le due veronesi di C, le due piccoline, Virtus Verona e Legnago. La squadra dell’eterno presidente-allenatore Gigi Fresco ora vuole i playoff, il Legnago punta a salvarsi bene. Ma il tempo delle parole, ora, è finito.