Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Vogliamo giocare ancora
Probabilmente molti si aspettavano che dopo essere ripartito con orgoglio in giugno, il calcio arrivasse all’autunno con le idee più chiare su protocolli e rientro del pubblico. Invece occorre ancora aspettare, mentre nelle categorie inferiori si lamenta una legittima difficoltà a seguire norme ideate per la serie A, dove girano altri soldi, altri interessi e altre disponibilità di staff e attrezzature. Sarebbe quindi il campionato del «post Covid» ma per mille motivi lo sport ci è ancora ampiamente dentro. Capire come le porte chiuse — o semiaperte, secondo le speranze dei presidenti — e gli stravolgimenti della preparazione atletica influiranno sulle prestazioni sarà una chiave per comprendere la stagione. Ma un segnale è già arrivato, forte e chiaro: un mercato al risparmio, da parte di tutti ovvero anche da parte di chi al comando ha dei magnati. La pandemia ha lasciato il segno. Senza contare gli enormi sforzi fatti dalle società più piccole, ai margini del professionismo o nelle categorie dalla serie D in giù, per allestire una formazione da mandare in campo. È stata, da parte di ognuno, una risposta: vogliamo giocare ancora, per il bene di tutti.