Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Lane, il grande volo Parte la rincorsa verso la A

I biancoross­i tornano in B dopo il «purgatorio» Confermato il telaio che ha dominato la serie C Il progetto dei Rosso: salire tra i big in tre anni

- Luisa Nicoli

Il Vicenza torna in B dopo tre anni di purgatorio. La società del patron Renzo Rosso, che ha rilevato il club nel 2018 dopo il fallimento, ha centrato la promozione dopo quello che è stato definito dalla società «l’anno zero».

In una stagione anomala causa Covid, il Vicenza ha chiuso da protagonis­ta il campionato interrotto il 23 febbraio con un tabellino di marcia di 18 vittorie, 7 pareggi e due sole sconfitte e la miglior difesa di tutti i campionati profession­istici (12 gol subiti in 27 gare). Ci è voluto il ritorno di Mimmo Di Carlo per guidare il Lane in B, lui che con quella maglia biancoross­a era stato protagonis­ta in campo dal 1990 al 1999, poi allenatore della Primavera dal 2001 al 2003, e che non aveva mai nascosto il sogno di tornare, da mister, al Vicenza. E il «suo» Vicenza, che per la B parte il 26 settembre e sarà subito derby col Venezia al Penzo, sta prendendo forma. Con la conferma di gran parte del gruppo che ha vinto il campionato e con gli arrivi di un attaccante d’esperienza come Riccardo Meggiorini (che Di Carlo ben conosce) e di alcuni giovani di talento: il corazziere Mario Ierardi, classe ‘98, acquistato a titolo definitivo dal Sudtirol, difensore in grado di fare il centrale e il terzino destro; il terzino sinistro Pietro Beruatto, classe ‘98, in prestito con diritto di riscatto e controrisc­atto dalla Juve, per lui un ritorno; l’attaccante Gabriele Gori, 21 anni, in prestito dalla Fiorentina, e l’esterno Nicola Dalmonte, classe ‘97, dal Genoa in prestito con diritto di riscatto.

Obiettivo primario per il Vicenza il consolidam­ento della categoria ma con la volontà di fare bene e diventare la sorpresa del torneo. Anzi la squadra «guastafest­e», contro la quale sarà necessario sudare le famose sette camice per fermarla. Nel piano triennale invece, come confermato dal presidente Stefano Rosso, l’obiettivo è la serie A, ma sarà un passo da fare nei tempi giusti e senza rischiare di farsi male. Perchè la seconda parola d’ordine in casa Vicenza è programmaz­ione. «Il cardine del nostro club», ha detto più volte il direttore generale Paolo Bedin. Vicenza intanto già sogna. Per affrontare la B anche il vecchio e glorioso stadio Menti si sta rifacendo il look. La società ha provveduto all sistemazio­ne del terreno di gioco, circa trecentomi­la euro di spesa, intervento che ha interessat­o non solo il manto erboso ma anche gli impianti di irrigazion­e e drenaggio, mentre il Comune ha realizzato il nuovo impianto di illuminazi­one, 250mila euro, e a breve partiranno i lavori di posa dei seggiolini per il pubblico.

Insomma tutto è pronto per il via. Si apra il sipario, che inizi lo spettacolo. In realtà mancherebb­e ancora un tassello, il pubblico. Perchè a Vicenza, e non è una frase fatta, i tifosi sono l’uomo in più ed è grazie anche al pubblico biancoross­o se lo stadio di casa è tornato ad essere il «fortino» della squadra. Bisogna rispettare le regole dettate dal Covid, nessun dubbio su questo, ma partire per la nuova stagione con il Menti deserto e la Curva Sud vuota non sarà mai la stessa cosa.

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Stefano Giacomelli è senza dubbio uno dei simboli del Vicenza di Mimmo Di Carlo che si appresta ad affrontare la serie B. I biancoross­i, appena saliti in cadetteria, puntano senza mezzi termini a un campionato di vertice sognando la serie A
Il Lane Stefano Giacomelli è senza dubbio uno dei simboli del Vicenza di Mimmo Di Carlo che si appresta ad affrontare la serie B. I biancoross­i, appena saliti in cadetteria, puntano senza mezzi termini a un campionato di vertice sognando la serie A
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