Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Oltre 4 milioni di veneti al voto Raffica di rinunce tra gli scrutatori

Elezioni regionali e in 40 Comuni

- di Davide D’Attino

Urne aperte oggi e domani per il referendum per il taglio dei parlamenta­ri, il rinnovo della Regione e di 40 Comuni, tra cui Venezia. Quattro milioni di veneti sono chiamati alle urne. Per paura del virus, a Padova hanno dato forfait la metà dei presidenti di seggio.

PADOVA Chiusa la campagna elettorale, è il momento del verdetto delle urne. Si vota oggi dalle 7 alle 23 e domani dalle 7 alle 15, per il referendum confermati­vo della riforma costituzio­nale che taglia il numero dei parlamenta­ri, per le supplettiv­e al Senato nel collegio di Verona, per il rinnovo della Regione e quello di 40 amministra­zione comunali, tra le quali Venezia.

Sono chiamati al voto 4.132.304 veneti (2.020.296 i maschi, 2.112.008; 375.116 residenti all’estero potevano già

Il voto Le urne saranno aperte oggi dalle 7 alle 23 e domani dalle 7 alle 15

farlo nei giorni scorsi, via posta), nei 4.747 seggi costituiti dalle Dolomiti al Delta. E proprio nell’allestimen­to delle urne si è riscontrat­a qualche difficoltà, com’era prevedibil­e, a causa del perdurare dell’epidemia di coronaviru­s.

A Padova, in particolar­e, il Comune e la Corte d’appello di Venezia hanno dovuto compiere un autentico miracolo per coprire tutte le caselle mancati, visto che ben 104 dei 206 presidenti di seggio incaricati hanno improvvisa­mente dato forfait, dicendosi al cuni preoccupat i per l’emergenza covid e altri invece impossibil­itati perché impegnati al lavoro la mattina di lunedì. «Di solito, nelle tornate elettorali cosiddette normali, le rinunce dell’ultimo momento rappresent­ano circa il 20%. Stavolta però - spiega l’assessora cittadina all’Anagrafe, Francesca Benciolini - gli abbandoni hanno riguardato oltre la metà delle persone designate, soprattutt­o quelle più anziane che evidenteme­nte, spaventate dal Covid-19 e da un eventuale contagio, non se la sono sentita di trascorrer­e tante ore di seguito al chiuso. Si tratta, ovviamente, di un comportame­nto più che comprensib­ile. Ma per fortuna, i nostri uffici e quelli della Corte d’appello di Venezia sono riusciti a rimediare a tempo di record. A tal punto che oggi (ieri, ndr), quando abbiamo fatto la ricognizio­ne nei 206 seggi del nostro Comuni, tutti i presidenti e gli scrutatori si sono regolarmen­te insediati».

I risultati Lo scrutinio inizierà alle 15 di domani. I risultati su corriereve neto.it

Operazioni più tranquille nelle altre province, dove pure si è dovuto procedere con alcuni avvicendam­enti, in qualche caso per via di sopraggiun­ti contagi, ma con numeri decisament­e più contenuti di quelli di Padova (una decina gli scrutatori sostituiti a Treviso, quattro a Venezia, un paio a Verona). La Regione ha previsto per tutto il personale al lavoro ai seggi, militari compresi, la possibilit­à di sottoporsi gratuitame­nte al tampone, possibilit­à che hanno deciso di sfruttare un migliaio di persone a Venezia e 1.300 a Padova, ma se nel primo caso si è ancora in attesa di conoscere i risultati, nel secondo già si sa che solo due sono risultati positivi. Un caso sospetto a Rovigo si è poi rivelato negativo.

A Venezia, come ad ogni elezioni, si è riproposto il problema dei marinai Actv impegnati ai seggi (sono più di duecento) ma a differenza degli anni scorsi, quando le assenze comportaro­no la cancellazi­one di alcune corse tra le proteste dei passeggeri, stavolta Actv si è organizzat­a per tempo dando per tre giorni la gestione delle linee coinvolte ai gestori privati. Con i problemi già causati dal sovrappors­i delle regole anticovid e della ripresa della scuola sarebbe stato impensabil­e ridurre ulteriorme­nte il servizio.

Nell’attesa di conoscere i risultati (lo scrutinio inizierà domani alle 15, con quest’ordine: referendum, suppletive di Verona, Regionali, Comunali), ieri si è assistita alla consueta violazione social e digital del silenzio elettorale, con appelli al voto via sms, Whatsapp e su Facebook, magari mascherati da innocenti spiegazion­i su come si può votare (quest’anno particolar­mente apprezzata la possibilit­à del voto disgiunto).

Ricordiamo che quest’anno, oltre al documento e alla tessera elettorale quando si va al seggio bisognerà ricordarsi di portare con sé anche la mascherina. È obbligator­ia. Non sarà misurata la temperatur­a all’ingresso ma è raccomanda­to di non recarsi ai seggi con febbre oltre 37,5 o con sintomi da Covid; se si è in quarantena o in isolamento oppure se si è stati in contatto con positivi negli ultimi 14 giorni era data la possibilit­à, nei giorni scorsi, di iscriversi agli elenchi per il voto a domicilio. I guanti, invece, non sono necessari, l’elettore troverà, all’ingresso e in ogni seggio, il gel per igienizzar­e le mani. Rispetto agli scrutatori si dovrà tenere una distanza minima di un metro, seguendo i segnali. La distanza salirà a due metri quando verrà chiesto di togliere la mascherina, perché il voto è segreto sì ma bisogna pur farsi identifica­re. Sarà lo stesso elettore, dopo il voto, a infilare la scheda nell’urna, con la sola eccezione di quella per il Senato a Verona: in quel caso la consegnerà ai membri del seggio.

Bisogna evitare in ogni modo assembrame­nti: l’accesso al seggio sarà contingent­ato, dove possibile ci saranno aree di attesa esterne. In ogni caso saranno opportunam­ente segnalati percorsi, dedicati e distinti, di ingresso e di uscita.

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(Foto Bergamasch­i) Seggi a scuola Operazioni di preparazio­ne delle schede al Liceo Pascoli di Padova
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Schede e mascherina Scrutatori al lavoro nel Padovano per la preparazio­ne delle schede elettorali. Tutti rigorosame­nte con la mascherina e gel disinfetta­nte a disposizio­ne sui tavoli

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