Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Vitalizi, pronto un nuovo ricorso
VENEZIA Ricorso bis degli ex consiglieri regionali sul taglio dei vitalizi per il trienni ‘18-’20. Ciambetti: «Siamo fiduciosi».
VENEZIA «È un ricorso fotocopia rispetto a quello riferito al primo contributo di solidarietà del 2014» spiega il presidente del Consiglio Regionale uscente, Roberto Ciambetti. Il riferimento è alla nuova azione giudiziaria intrapresa da 82 ex consiglieri regionali (e dai loro eredi) contro quella sforbiciata al vitalizio stabilita per fronteggiare i tempi di vacche magre in Regione. Soldi, per altro, destinati in parte al sociale attraverso un avanzo di bilancio e in parte accantonati proprio perché la prima causa è ancora pendente. Delle scorse settimane una seconda iniziativa giudiziaria al tribunale di Venezia riferita al triennio 2018-2020. Il refrain degli ex è sempre lo stesso: «Sono stati violati diritti acquisiti». Al tribunale veneziano gli ex chiedono che la norma regionale sul taglio ai vitalizi venga rimessa alla Corte Costituzionale. L’ufficio di presidenza di Palazzo Ferro Fini però non ha alcuna intenzione di mollare forte, anche, della recente sentenza di primo grado a favore della Regione Piemonte in un procedimento del tutto simile. In ballo ci sono 11 milioni di euro. Per la precisione, l’ultimo prelievo era stato stabilito nella misura del 5% fino a 2.000 euro mensili, 8% fino a 4.000, 10% fino a 6.000 e 15% per vitalizi più alti. Non molla neppure il team di legali capitanato da Maurizio Paniz e assunto dagli ex consiglieri. «Visto il perdurare della crisi - commenta Ciambetti - ci è sembrata una cosa di buon senso reiterare il contributo di solidarietà per il triennio in questione. Noi non abbiamo avuto dubbi perché le motivazioni che lo avevano messo in moto nel 2014 erano ancora valide. Ora con la rimodulazione dell’indennità su base contributiva, il contributo è venuto meno. Essendo ancora pendente la prima causa siamo obbligati ad accantonare almeno parte della somma necessaria nel caso perdessimo ma data la sentenza piemontese siamo fiduciosi». ( m.za.)