Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Lezioni online una nuova sfida per l’Università»
«La sfida per il futuro dell’Università è individuare metodi innovativi che sappiano elevare la qualità della didattica per via telematica».
Egregio Direttore, con l’imminente avvio del nuovo anno accademico si riproporrà il tema dell’erogazione della didattica universitaria in una fase storica in cui l’irrompere della pandemia ha reso oltremodo complicati i contatti interpersonali, elevando il distanziamento sociale a criterio guida di tutte le nostre relazioni. A seguito del lockdown, decretato proprio in corrispondenza con la ripresa dei corsi universitari dopo la pausa invernale, l’Università di Padova ha compiuto un notevole sforzo per assicurare lo svolgimento delle lezioni da remoto e garantire la regolarità degli esami, che sono stati gestiti con le modalità del collegamento a distanza anche per la sessione estiva. Lo sviluppo tecnologico e informatico ha dunque consentito ciò che altrimenti sarebbe stato impossibile. Anche soltanto pochi anni addietro, infatti, una situazione simile avrebbe determinato il blocco totale della attività universitarie, condannando così gli studenti a subire un notevole dilatamento dei tempi necessari al completamento del proprio percorso di studi. Non sembra inutile interrogarsi, peraltro, sull’efficacia di questa modalità d’insegnamento. Tanto più che sull’innovazione didattica l’Ateneo sta investendo da tempo, attraverso vari progetti. La lezione universitaria è qualcosa di complesso. Non si esaurisce certo nel comunicare un insieme di nozioni, scadendo a mera ricognizione, più o meno dettagliata, delle conoscenze acquisite rispetto ad un determinato argomento. Ma neanche può rinserrarsi in un linguaggio criptico e magari autoreferenziale, con il risultato di proporre significati che rischiano di rimanere inaccessibili agli studenti. È una questione di equilibrio. Ma un equilibrio - ed è questo il punto - da ricercare di volta in volta, nel confronto e nell’interazione con gli studenti. Spetta al professore sollecitarne lo spirito critico, gradatamente disvelando le complessità anche più recondite e inaspettate degli argomenti trattati. La lezione universitaria, in questo senso, deve saper sorprendere. E non può avere come obiettivo quello di presentare un quadro monolitico della materia, non increspato da alcuna venatura di dubbio. Una lezione universitaria «conformista», tesa a nascondere i profili problematici del discorso anziché farli emergere in tutta la loro portata, non serve a nessuno. Significativa è la tradizione degli studi giuridici nell’Università di Padova, che conosce il metodo della discussione dei casi pratici, soprattutto nei corsi delle materie privatistiche. Lo studente è così chiamato a ragionare sulle dinamiche più profonde del diritto, esaminando, con l’occhio del clinico, le situazioni concrete e applicando le norme o i principi giuridici più adatti a regolarle. Ma non è solo questo. La lezione universitaria è anche empatia, relazione, contatto. Non un soliloquio piatto e monotono, ma una continua interlocuzione che richiede la partecipazione attiva degli studenti, il loro coinvolgimento nel discorso attraverso domande e sollecitazioni. Il professore, infatti, deve saper trasmettere uno stile, un metodo, una passione. Può far «passare» tutto questo in un video, un software, una piattaforma? È un bel tema! Certo, anche in questo caso ci si vede, ci si parla, si possono scambiare domande e risposte, si possono far girare lucidi, immagini e così via. La lezione a distanza, tuttavia, rende meno immediato e spontaneo il rapporto con gli studenti. Essa frappone uno «schermo», letteralmente, che tende a spersonalizzare quel rapporto. Ti avvicina e contemporaneamente ti allontana, di fatto aggiungendo una qualche difficoltà comunicativa. Ma la sfida per il futuro sembra poter consistere proprio in questo: nell’individuare, cioè, metodi didattici innovativi che, facendo leva sulle sempre più avanzate frontiere aperte dallo sviluppo tecnologico, sappiano elevare la qualità dell’insegnamento per via telematica, rendendolo non meno «performante» della classica lezione «in presenza».