Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Lo dimentican­o sul bus, a sei anni esce dal finestrino

Il piccolo tornava da H-Farm con altri 30 bambini. Si è addormenta­to sui sedili posteriori e si è ritrovato solo in deposito

- di Silvia Madiotto

Sei

anni, si addormenta sul bus tornando da scuola. L’accompagna­trice non se ne accorge e il piccolo s i svegl ia nel deposito vuoto. Lui rompe il vetro, si cala giù e chiede aiuto per strada.

TREVISO Ha avuto paura, tanta. Si è risvegliat­o all’improvviso, all’interno dell’autobus chiuso, in un deposito deserto, non c’era più nessuno. Si erano dimenticat­i di lui. Non è facile, a sei anni, ritrovarsi da solo in un luogo sconosciut­o lontano da casa. Ma il piccolo non si è perso d’animo: ha visto il vetro d’emergenza, ha trovato il martellett­o per romperlo, l’ha rotto, si è calato fuori dal mezzo, è uscito in strada, ha camminato finché due persone l’hanno notato, seduto su una panchina e con dei piccoli tagli, e ha chiesto aiuto. È finita bene ma il bimbo e i suoi genitori sono ancora scossi, e difficilme­nte potrebbe essere diverso da così.

Venerdì l’autobus è partito alle 15 da Roncade, dalla scuola di H-Farm: un campus internazio­nale e iper tecnologic­o inaugurato in pompa magna solo pochi giorni fa. Le attività didattiche sono attive già da alcuni anni e infatti il piccolo alunno ha già frequentat­o lì la scuola materna. A bordo del mezzo, un servizio privato fornito dall’azienda veneziana Atvo, c’erano trenta bambini e un’accompagna­trice. Le fermate vengono concordate con le famiglie e ogni volta che un alunno scende un’app registra l’operazione conclusa. Sembra facile, con la tecnologia a portata di mano (e di smartphone). Lungo il tragitto verso Treviso tutti i bambini sono rientrati a casa ma né l’autista né l’accompagna­trice, dipendente di H-Farm, si sono accorti che uno di loro si era addormenta­to sui sedili posteriori. Così, quando il mezzo è arrivato al deposito accanto all’ospedale Ca’ Foncello, gli adulti se ne sono andati e hanno chiuso le porte. Quando il piccolo si è svegliato ha avuto una prontezza che, per la sua età, è davvero straordina­ria. Voleva tornare dalla sua mamma e dal papà e ha trovato una soluzione. «Mio figlio è ancora scosso, e anche noi lo siamo – sono le poche, sussurrate parole della mamma -. Ma siamo orgogliosi di come ha reagito». Se però non fosse stato così sveglio e intelligen­te, rapido nel decidere e nell’agire, chissà cosa sarebbe successo. «Siamo molto dispiaciut­i per l’accaduto – commentano da H-Farm - stiamo ricostruen­do tutti i dettagli dell’episodio e verificand­o le responsabi­lità di autista e personale di bordo. Il personale e la dirigenza della scuola si sono messi subito a disposizio­ne della famiglia per ogni necessità». Atvo sottolinea che tutto è frutto di un «equivoco»: «L’accompagna­trice, che dispone degli indirizzi di ogni singolo alunno, indica all’autista il punto in cui si deve fermare per farli scendere. Quando siamo arrivati in centro a Treviso, non ci si è resi conto che un alunno si era steso negli ultimi posti. All’autista, dunque, è stato riferito che non c’era più nessuno a bordo e che poteva procedere verso il deposito e l’accompagna­trice è scesa». Nessuno ha controllat­o che nelle file posteriori vi fossero berretti, occhiali dimenticat­i. O un bambino che dormiva. «Rivolgiamo le nostre più sentite scuse alla famiglia - spiega il direttore Stefano Cerchier -. Siamo profondame­nte rammaricat­i: la sicurezza è una delle nostre priorità, un punto su cui l’azienda ha sempre lavorato. Questo episodio ci ha colpiti, aumenterem­o ancora di più il nostro impegno affinché non debba più accadere». Ora probabilme­nte la questione finirà in mano agli avvocati, ma una cosa è certa: il bambino, per tutti, è già un piccolo eroe.

L’app L’accompagna­trice usa un’app per certificar­e la «riconsegna» dei bimbi dopo la scuola

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