Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Lo dimenticano sul bus, a sei anni esce dal finestrino
Il piccolo tornava da H-Farm con altri 30 bambini. Si è addormentato sui sedili posteriori e si è ritrovato solo in deposito
Sei
anni, si addormenta sul bus tornando da scuola. L’accompagnatrice non se ne accorge e il piccolo s i svegl ia nel deposito vuoto. Lui rompe il vetro, si cala giù e chiede aiuto per strada.
TREVISO Ha avuto paura, tanta. Si è risvegliato all’improvviso, all’interno dell’autobus chiuso, in un deposito deserto, non c’era più nessuno. Si erano dimenticati di lui. Non è facile, a sei anni, ritrovarsi da solo in un luogo sconosciuto lontano da casa. Ma il piccolo non si è perso d’animo: ha visto il vetro d’emergenza, ha trovato il martelletto per romperlo, l’ha rotto, si è calato fuori dal mezzo, è uscito in strada, ha camminato finché due persone l’hanno notato, seduto su una panchina e con dei piccoli tagli, e ha chiesto aiuto. È finita bene ma il bimbo e i suoi genitori sono ancora scossi, e difficilmente potrebbe essere diverso da così.
Venerdì l’autobus è partito alle 15 da Roncade, dalla scuola di H-Farm: un campus internazionale e iper tecnologico inaugurato in pompa magna solo pochi giorni fa. Le attività didattiche sono attive già da alcuni anni e infatti il piccolo alunno ha già frequentato lì la scuola materna. A bordo del mezzo, un servizio privato fornito dall’azienda veneziana Atvo, c’erano trenta bambini e un’accompagnatrice. Le fermate vengono concordate con le famiglie e ogni volta che un alunno scende un’app registra l’operazione conclusa. Sembra facile, con la tecnologia a portata di mano (e di smartphone). Lungo il tragitto verso Treviso tutti i bambini sono rientrati a casa ma né l’autista né l’accompagnatrice, dipendente di H-Farm, si sono accorti che uno di loro si era addormentato sui sedili posteriori. Così, quando il mezzo è arrivato al deposito accanto all’ospedale Ca’ Foncello, gli adulti se ne sono andati e hanno chiuso le porte. Quando il piccolo si è svegliato ha avuto una prontezza che, per la sua età, è davvero straordinaria. Voleva tornare dalla sua mamma e dal papà e ha trovato una soluzione. «Mio figlio è ancora scosso, e anche noi lo siamo – sono le poche, sussurrate parole della mamma -. Ma siamo orgogliosi di come ha reagito». Se però non fosse stato così sveglio e intelligente, rapido nel decidere e nell’agire, chissà cosa sarebbe successo. «Siamo molto dispiaciuti per l’accaduto – commentano da H-Farm - stiamo ricostruendo tutti i dettagli dell’episodio e verificando le responsabilità di autista e personale di bordo. Il personale e la dirigenza della scuola si sono messi subito a disposizione della famiglia per ogni necessità». Atvo sottolinea che tutto è frutto di un «equivoco»: «L’accompagnatrice, che dispone degli indirizzi di ogni singolo alunno, indica all’autista il punto in cui si deve fermare per farli scendere. Quando siamo arrivati in centro a Treviso, non ci si è resi conto che un alunno si era steso negli ultimi posti. All’autista, dunque, è stato riferito che non c’era più nessuno a bordo e che poteva procedere verso il deposito e l’accompagnatrice è scesa». Nessuno ha controllato che nelle file posteriori vi fossero berretti, occhiali dimenticati. O un bambino che dormiva. «Rivolgiamo le nostre più sentite scuse alla famiglia - spiega il direttore Stefano Cerchier -. Siamo profondamente rammaricati: la sicurezza è una delle nostre priorità, un punto su cui l’azienda ha sempre lavorato. Questo episodio ci ha colpiti, aumenteremo ancora di più il nostro impegno affinché non debba più accadere». Ora probabilmente la questione finirà in mano agli avvocati, ma una cosa è certa: il bambino, per tutti, è già un piccolo eroe.
L’app L’accompagnatrice usa un’app per certificare la «riconsegna» dei bimbi dopo la scuola