Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Villalta: «I ragazzi? Sono in gamba e vivono anni difficili, aiutateli»

- M.Za.

PORDENONE «Una nuova normalità? No, quella con cui hanno riaperto le scuole è una nonnormali­tà». Gian Mario Villalta è scrittore, anima di Pordenonel­egge ma, soprattutt­o, prof da 38 anni innamorato del suo mestiere.

Che anno sarà?

«Abbiamo da attraversa­re ancora un periodo lungo di fatiche per tornare una “nuova normalità” per assumere diversi comportame­nti collettivi».

Per ora i comportame­nti collettivi sono gli assembrame­nti dopo scuola...

«Questi ragazzi sono in gamba, invece. Già così si stanno comportand­o molto bene. Che poi, siamo onesti, faccio fatica io a resistere, che si incontrino, si avvicinino sarà un dato di cui tener conto». Capannelli inevitabil­i data l’età?

«I ragazzi hanno la testa sulle spalle. Poi però, appunto, sono ragazzi. Credo valga la pena di ricordare come eravamo noi. Dai 14 ai 18 sono gli anni più difficili di una vita. Le critiche sono sempre le stesse da parte degli adulti: “di che si lamentano? hanno tutto”. Ma questo non significa nulla, al massimo una situazione di necessità nasconde il disagio che è comune a tutti, è quello della trasformaz­ione di un corpo, della psiche, della sessualità».

Si è parlato troppo di banchi con le rotelle e troppo poco di ricadute sugli adolescent­i?

«Dobbiamo aiutarli, non gettar loro la croce addosso quando ci fa comodo. Finiscono per essere disgustati non dalla loro vita ma del racconto che la società propina. Veniamo al mondo nel “mondo di altri” e dobbiamo costruirne uno di nostro, il passaggio ora è quello. E affrontarl­o in questa contingenz­a non è semplice».

Se la scuola dovesse richiudere?

«Non deve assolutame­nte capitare. Il danno psichico e culturale lo si pagherebbe per decenni».

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