Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Molesta la guardia medica, esposto ai carabinieri
Avrebbe infastidito e molestato una giovane dottoressa durante il turno di notte alla guardia medica, presentandosi ripetutamente e rifiutandosi di uscire dal suo ambulatorio. E poi ha pure cercato di avere con lei un approccio ravvicinato. Per questo ieri, la dottoressa è andata dai carabinieri di Pieve di Soligo a sporgere denuncia. Nell’esposto non sono formalizzati reati specifici, che saranno valutati dalla procura di Treviso. Ma la giovane medico è rimasta molto turbata dal comportamento dell’uomo, con accento dell’Est Europa, che ha anche fornito false generalità.
Lo sconosciuto si è presentato
"La denuncia Aveva mal di denti, l’ho fatto entrare. Ma per la terza volta era senza documenti e ha tentato un approccio
una prima volta all’ambulatorio della continuità assistenziale all’inizio di settembre. «Ha suonato il campanello e ha chiesto di essere visitato perché aveva un forte mal di denti - ha raccontato la donna - Si è presentato senza telefonare prima, come invece prevede la prassi». La dottoressa lo ha comunque fatto entrare e gli ha chiesto i documenti. A quel punto però l’uomo ha detto di averli lasciati a casa e di essere originario dell’Albania. Dopo la visita, la dottoressa gli ha prescritto i farmaci per alleviare il dolore ai denti e l’uomo se n’è andato. Sabato sera però si è ripresentato, intorno alle 23. E anche questa volta l’ha fatto senza rispettare il protocollo, che prevede la telefonata anticipatoria. «Ha ripetuto la storia del mal di denti. Gli ho chiesto i documenti, ma ancora non li aveva e ha negato di essere lo stesso che si era già fatto visitare. Allora l’ho mandato via», ha spiegato il medico ai militari di Pieve di Soligo.
Questa volta però l’uomo non se l’è messa via. Qualche ora dopo, intorno alle 3 del mattino, il campanello della guardia medica ha suonato ancora: «Diceva di avere un forte mal di testa e che aveva portato anche i documenti. E a quel punto forse ho sbagliato - ha ammesso con i carabinieri - perché l’ho fatto entrare. Temevo stesse davvero male e non me la sono sentita di non soccorrerlo». I documenti però l’uomo non li aveva ancora una volta e ha fornito nome e indirizzo falsi. A quel punto il medico, visto il comportamento, si è rifiutata di dargli i farmaci e l’ha invitato a uscire e andarsene per la terza volta. Ma l’uomo, al contrario, si è fermato davanti alla porta e ha anche tentato un approccio con lei. Solamente alla minaccia di chiamare i carabinieri si è allontanato, ma poi il medico ha deciso di andare davvero dai militari per segnalare il suo comportamento. Ora spetterà ai carabinieri e alla procura cercare di identificare l’uomo e capire se ha commesso un reato. (m.cit.)