Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Cantieri e nuove insegne il risiko del commercio e l’incognita lavoratori
Apre Eurospar, ma per Tom e Auchan 150 in ballo
MESTRE Un cantiere in piena attività, un’insegna scesa e il fiato sospeso dei lavoratori di un intero centro commerciale. Con il rientro in città i grandi luoghi del commercio che si affacciano sulla Laguna si preparano a cambiare volto e la transizione è accompagnata da grandi incognite.
Il cantiere in grande attività è Lando, dietro Auchan, un supermercato da 6 mila metri quadrati più altri 1500 metri di superficie di vendita al dettaglio, che per aprire dovrà aspettare di avere le nuove strade pronte. L’insegna scesa è quella di Simply in via Carducci, dove il supermercato acquistato dalla Despar, ieri ha riaperto sotto il marchio Eurospar, confermando i 29 dipendenti.
Il saldo occupazionale e di mercato è però sempre negativo e a porsi delle domande sono soprattutto i rappresentanti sindacali, concentrati nell’immediato su i due fronti «caldi» del Tom Village di Santa Maria di Sala e dell’Auchan di Mestre. Nel primo caso si è fatto ricorso al concordato in continuità ma in ballo ci sono una cinquantina di esuberi. «Speriamo in un incontro a breve perché il piano prevedeva la vendita a terzi di alcuni spazi, con la priorità di riassumere il personale interno» spiega il segretario Filcams Cgil Caterina Boato. «Sappiamo che ci sono delle trattative in corso – le fa eco il segretario Fisascat Cisl Nicola Pegoraro – ma bisogna attendere la decisione del giudice, che dovrebbe arrivare a fine ottobre. Fino ad allora insistiamo perché non si crei un problema occupazionale con le eventuali cessioni».
Più tortuosa e fumosa, lamentano i sindacalisti, la via degli ormai ex lavoratori dell’Auchan di Mestre, in transito sotto l’insegna Conad attraverso Margherita Distribuzione.
«L’azienda non dà alcuna garanzia occupazionale – tuona Boato - Ad oggi sappiamo solamente che ci sono un centinaio di esuberi (su circa 235 dipendenti, ndr) ma non sappiamo chi è fuori e chi è dentro».
Il dimezzamento dell’occupazione è legato in buona parte alla chiusura degli spazi del primo piano, circa 5 mila metri quadrati, dove la superficie dovrebbe essere suddivisa e poi data in affitto a soggetti terzi. «Chi entra deve assumere i lavoratori esclusi da Conad – riprende Pegoraro - una richiesta che ribadiremo in maniera forte al prossimo incontro».
Sommando i posti in bilico tra Santa Maria di Sala e Mestre
si arriva a circa 150 lavoratori. «E poi c’è l’indotto, un migliaio di persone», sottolinea il segretario Fisascat Cisl.
Se da un lato queste partite preoccupano, dall’altro vi sono questioni che aprono interrogativi a cui è ancora più difficile dare risposta. La prima riguarda i nuovi equilibri che si creeranno tra i diversi punti vendita di Mestre e Marcon.
«Il nuovo Conad del centro commerciale dovrà competer con player aggressivi come Lando e Rossetto – evidenzia Boato - Il primo sta proseguendo i lavori all’uscita della Castellana e dovrebbe aprire nel 2021 mentre il secondo ha rilevato il Carrefour. In questo caso tutto il personale è transitato e pare ci siano addirittura delle posizioni aperte, ma ciò che mi domando è cosa accadrà tutto intorno».
Questione di equilibri, come quelli ancora tutti da scoprire che caratterizzeranno il futuro del retail non-food. La tecnologia viene già ampiamente acquistata online ma il lockdown ha fatto esplodere gli acquisti in rete anche di abbigliamento. E grandi catene come Pittarosso o Scarpe & Scarpe hanno annunciato la chiusura imminente di negozi anche in Veneto. «Le difficoltà di Pittarosso, Conbipel e Scarpe & Scarpe sono note da tempo – prosegue il segretario Filcams Cgil - ora bisognerà vedere se l’e- commerce sancirà una crisi ancora più profonda per i negozi fisici oppure quale evoluzione seguirà il settore».