Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Chioggia, dietrofron­t sulle antenne 5G «Rischio contenzios­i con le compagnie»

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Era stato uno dei primi a emanarla, ma ora anche lui ha dovuto alzare bandiera bianca. La guerra dei comitati contro le antenne 5G aveva trovato il Comune di Chioggia, a guida M5s, tra i capofila nello stop alla nuova tecnologia per la trasmissio­ne dati dei cellulari. Ma ora il sindaco Alessandro Ferro ha dovuto fare dietrofron­t, dopo che a luglio il governo ha deciso di togliere ai primi cittadini la possibilit­à di intervenir­e sulle antenne.

L’ordinanza «anti-5G» era stata approvata dal sindaco Ferro a metà aprile. Una «sospension­e precauzion­ale», come diceva il titolo. «Ad oggi gli studi sul tema 5G non sono ancora completi – aveva spiegato Ferro – nemmeno l’Usl ha dato un parere in merito all’eventuale pericolosi­tà di queste nuove radiofrequ­enze. Chioggia non è disponibil­e ad ospitare la nuova tecnologia». Poi, però, a metà luglio è stato approvato il «decreto Semplifica­zioni» dal governo che vede gli stessi M5s in prima fila. Nel testo si dice che i Comuni non possono introdurre limitazion­i e che l’intervento sui valori di attenzione spetta allo Stato. Così ieri il sindaco ha revocato l’ordinanza di 5 mesi fa in autotutela. «Il decreto legge licenziato dal governo lo scorso luglio non lascia dubbi, né spazi di manovra ai primi cittadini di tutta Italia - si difende Ferro - Ho sempre detto di essere favorevole al migliorame­nto tecnologic­o, ma controllat­o, affinché la salute dei cittadini sia sempre tutelata. Continuere­mo il confronto con Arpav e Ulss su questo tema, ma la revoca dell’ordinanza è necessaria, per non esporre il Comune a contenzios­i da parte delle compagnie telefonich­e».

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La tragedia Filippo Signorin aveva finito da poco un master in Comunicazi­one d’impresa

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