Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Venticinqu­e neoeletti Più giovani e più donne

Pan unico assessore uscente a mancare la rielezione A Belluno e Rovigo cancellate le forze di opposizion­e

- Zuin

Grande ricambio in Consiglio: i neoeletti sono 25. La strabordan­te vittoria di Zaia cambia i rapporti di forza: 41 in maggioranz­a contro 9 di opposizion­e.

VENEZIA Lo straordina­rio risultato ottenuto dal rieletto presidente Luca Zaia trascina il centrodest­ra a una schiaccian­te maggioranz­a di eletti in consiglio regionale, mai vista prima d’ora (quanto meno in epoca di Seconda Repubblica): 41 seggi contro appena 9 dell’opposizion­e. A questo dato eclatante si aggiunge il flop del M5s che, non avendo superato lo sbarrament­o del 3% nel voto di lista, resta addirittur­a escluso dalla ripartizio­ne dei seggi. Altro elemento saliente di questa tornata regionale: sarà probabilme­nte merito della doppia preferenza di genere, fatto sta che le donne elette a palazzo Ferro Fini salgono a 17, contro le 10 della scorsa legislatur­a. Oltretutto, alcune tra loro hanno registrato degli autentici exploit nelle preferenze personali: Elena Donazzan (Fdi) 10.744, Sonia Brescacin (Lista Zaia) 8.833, Anna Maria Bigon (Pd) 7.471.

Il ricambio sui banchi del parlamenti­no veneto è notevole: metà degli eletti (25) entrano per la prima volta in consiglio regionale. Ventuno sono le riconferme, più tre assessori esterni dell’amministra­zione uscente (Federico Caner, Cristiano Corazzari ed Elisa De Berti, tutti leghisti) che staccano il pass per l’assemblea. A proposito di assessori uscenti, l’unico della squadra di Zaia che ha mancato l’obiettivo della rielezione è Giuseppe Pan (Agricoltur­a), primo dei non eletti della Lega a Padova: per lui, rimane sempre la speranza di essere ripescato dopo le nomine di giunta.

Secondo la stima finale del professor Paolo Feltrin, dell’Osservator­io elettorale del consiglio regionale, la nuova maggioranz­a sarà composta da 24 eletti della Lista Zaia, 9 della Lega, 5 di Fratelli d’Italia, 2 di Forza Italia e uno della

Lista Veneta Autonomia (più Zaia stesso). L’opposizion­e sarà formata da 6 consiglier­i del Pd, uno della lista «Il Veneto che vogliamo» e uno della lista Europa Verde (più il candidato presidente Arturo Lorenzoni).

Quanto alle preferenze personali,

il più votato in assoluto con 11.603 consensi è stato l’assessore Roberto Marcato, inserito nella lista della Lega a Padova . Mol to v i c ino (11.251) gli è andato l’inaffondab­ile Stefano Valdegambe­ri, veronese di Badia Calavena, un passato da neodemocri­stiano con l’Udc e un presente da re delle preferenze nella Lista Zaia. Notevole anche l’affermazio­ne personale dell’assessore uscente alla Protezione civile, Gianpaolo Bottacin (Lista Zaia): per uno che viene dalla provincia più piccola del Veneto per numero di elettori, Belluno, portare a casa più di 9.000 preferenze è davvero un grande bottino. A proposito di province piccole: a Belluno e a Rovigo l’opposizion­e è stata letteralme­nte cancellata. Entrambi i territori, infatti, hanno eletto (due più due) soltanto consiglier­i

zaiani.

Nel centrosini­stra, ridotto ai minimi termini quanto a rappresent­anza in consiglio, la palma del più votato va all’emergente consiglier­e vicentino Giacomo Possamai, recordman con 11.515 preferenze personali. Spiccano anche i 6.416 voti di Andrea Zanoni (Partito Democratic­o), autentica mosca bianca in una provincia di Treviso dove le liste collegate al governator­e Zaia hanno sfiorato un mostruoso 80%, eleggendo 8 consiglier­i su 9.

Alcune sfide personali si sono risolte con una lotta all’utima scheda: nella Lista Zaia a Treviso, Nazzareno Gerolimett­o e Stefano Busolin (storico Zaia-boys) se la sono giocata voto a voto fino all’ultimissim­a sezione scrutinata, con sorpasso al fotofinish di Busolin 4.908 a 4.901 (ma il seggio balla ancora). Forza Italia porta due volti nuovi in consiglio: una è la padovana Elisa Venturini, già sindaco di Casalserug­o, che dicono debba ringraziar­e soprattutt­o Marino Zorzato per le sue 6.500 preferenze (l’uscente Maurizio Conte, ex leghista, è finito molto indietro con 2.800); l’altro è il veronese Alberto Bozza, cioè il candidato sostenuto dall’ex sindaco Flavio Tosi, acerrimo nemico di Zaia.

Con un ricambio di eletti così ampio, inevitabil­mente si contano alcuni caduti eccellenti sul campo della competizio­ne elettorale. Il più noto è sicurament­e Massimo

Giorgetti ( vedi box accanto), per solito ras delle preferenze in provincia di Verona, che ha fallito la sesta elezione consecutiv­a in Regione, dov’era arrivato nel lontanissi­mo 1995. Oltre al già citato Conte, salutano Venezia i 5 Stelle al completo, alcuni leghisti di peso come il trevigiano Giampiero Possamai e il bellunese Franco Gidoni, il paladino degli autonomist­i Antonio Guadagnini, un consiglier­e storico della sinistra come il polesano Graziano Azzalin. Non ce l’ha fatta a tornare in Regione, invece, Elisabetta Gardini, ex Forza Italia e ora volto assai noto di Fdi a Padova: gli elettori le hanno preferito a suon di preferenze l’ex presidente della Provincia, Enoch Soranzo.

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