Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Visman: «Almeno restiamo in consiglio» FdI triplica i consensi

- G. B.

VENEZIA Essere entrati in consiglio comunale, visti i risultati a Palazzo Ferro Fini «è già tanto». Il Movimento 5 Stelle al 3,9 per cento e 4.822 preferenze, a Venezia, riparte da uno, come fu nel 2010 con il primo consiglier­e pentastell­ato eletto (all’epoca Marco Gavagnin). «Viste le ondate di Luca Zaia e di Luigi Brugnaro è un risultato quantomeno positivo, perché ci permette di continuare con i progetti iniziati gli anni scorsi - commenta Sara Visman, candidato sindaco - Paghiamo lo scotto di essere andati al governo e di essere partiti molto tardi, la mia campagna è cominciata ad agosto: abbiamo faticato nel veicolare ai cittadini le nostre proposte». Visman – «a quanto pare, non sono brava con i numeri» – sarà l’unica rappresent­ante del Movimento in consiglio (erano tre nel primo mandato di Brugnaro): «Dovremo organizzar­ci per affrontare al meglio il nostro ruolo all’opposizion­e - sottolinea - che faremo senza sconti e più agguerriti di prima». Già chiari i temi da affrontare: ambiente, trasporti, consumo di suolo, residenzia­lità e flussi turistici. «Nei prossimi cinque anni - conclude - non mi aspetto niente di diverso dal clima di gestione padronale da parte del sindaco, anche se auspico che l’ingresso di volti nuovi in aula, pure nella stessa maggioranz­a, porti qualcentro­sinistra, che piccolo cambiament­o».

Severissim­a, invece, l’analisi della sconfitta del centrosini­stra da parte dell’onorevole ed ex consiglier­e comunale del Pd Nicola Pellicani, che lunedì, di fronte al trionfo di Luca Zaia, non era stato tenero nemmeno nei confronti dei dem in Regione. «La sconfitta è netta ed evidenzia tutte le debolezze e le fragilità del che sono la principale forza di Brugnaro - non fa sconti Pellicani - Va detto però che il sindaco ha potuto beneficiar­e dell’apporto fondamenta­le dei voti di Luca Zaia per vincere al primo turno anche se un risultato così negativo del centrosini­stra non lo ricordo a memoria. Va avviata una profonda analisi all’interno di tutto lo schieramen­to: evidenteme­nte la sconfitta di Casson di cinque anni fa non è stata una lezione utile a cambiare registro».

Sul fronte opposto, in casa Fratelli d’Italia, si brinda ad un 6,6 per centro che ha triplicato la percentual­e del 2010. «La verità è che i partiti sono penalizzat­i quando i sindaci e i presidenti di Regione si presentano sulla scheda con il loro nome - dice Raffaele Speranzon, neo-eletto a Palazzo Ferro Fini - Siamo contenti dei risultati ottenuti, in linea con il voto alle Europee. Di mio, sono doppiament­e felice di poter rappresent­are la nostra città in Regione finora rimasta senza voce adeguata in Veneto».

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