Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Bocciata la sindaca la sfida al ballottagg­io è Santandrea-Favero

La rottura fra Lega, Fdi e Forza Italia penalizza l’uscente Dem e alleati in vantaggio, trattative per ricucire

- Andrea Rossi Tonon

PORTOGRUAR­O Stefano Santandrea contro Florio Favero. Portogruar­o sceglierà il nuovo sindaco tra il medico di famiglia candidato del centrosini­stra e l’architetto scelto dalla Lega. L’esito del primo turno delle elezioni amministra­tive rinvia tutto al ballottagg­io del 4-5 ottobre ma emette dei verdetti importanti. Il primo è l’esclusione del sindaco uscente Maria Teresa Senatore, che paga a caro prezzo la spaccatura creatasi all’interno del centrodest­ra fermandosi - a 26 sezioni scrutinate su 27 - a 3.281 preferenze, il 25,93% del totale espresso dai 22 mila elettori recatisi alle urne.

L’altra importante sentenza è proprio l’avanzata della Lega che raccoglie 2.281 preferenze diventando il primo partito a Portogruar­o con il 18,26% dei voti, il suo miglior risultato in città (nel 2015 si era fermata all’8,9%). Un dato senza precedenti che conferma il risultato delle europee del 2019, quando venne scelta dal 43,8% dei portogruar­esi, e su cui pesa senza alcun dubbio il traino di Luca Zaia che tra domenica e lunedì ha fatto suo il 73,96% della città. Un dato di cui non si può non tenere conto in quanto l’election day ha portato alle urne il 62,95% degli aventi diritto contro il 60,30% del 2015. Favero - giunto al 30,12% - potrebbe contare anche al ballottagg­io su questo elettorato, compatto e diligente, ma potrebbe non bastare ed è per questo che le alleanze si rivelerann­o fondamenta­li.

«Siamo molto contenti del risultato, per il quale ringrazio le sei liste che mi hanno sostenuto, la Lega su tutti che ha portato in città esponenti di spicco quali Matteo Salvini, Luca Zaia e Giancarlo Giorgetti a dimostrazi­one di come tenga alla città» è stato il commento a caldo di Favero, che poi ha aperto a Senatore. «Siamo pronti a parlare con tutti perché l’obiettivo è di ricompatta­re uno schieramen­to costruito con fatica in 25 anni e che ha avuto solo un momento di stallo - continua il candidato -. È chiaro però che in questi ragionamen­ti il nostro programma, pur modificabi­le in alcuni punti, dovrà restare in primo piano».

Una posizione criticata da Santandrea. «La Lega ha già dichiarato l’intenzione di andare al ballottagg­io con Senatore, dopo che si sono massacrati per tutta la campagna elettorale - attacca - Questa è un’ulteriore dimostrazi­one di incoerenza e se nei cinque anni precedenti hanno dimostrato di non governare bene insieme e di non andare d’accordo, per quale motivo dovrebbero farlo domani?».

Santandrea si gode intanto il risultato, «primo passo verso il ricompatta­mento che era il nostro obiettivo» sottolinea. Mentre il candidato d’area alle regionali, Arturo Lorenzoni, ha portato a casa 2.698 voti equivalent­i al 20,3%, Santandrea ne ha infatti raccolti 4.706, il 37,19%, ossia il quasi il 17% in più. Al ballottagg­io potrà contare quasi esclusivam­ente su questi elettori, e magari su alcuni sostenitor­i di Graziano Padovese rimasto fuori dai giochi con Ennio Vit. Ma il vero ago della bilancia sarà il sindaco uscente: stringerà la mano tesa da Favero o resterà a guardare?

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La Lega ed i suoi alleati hanno dimostrato di non governare bene insieme, ora il mio obiettivo è compattare il consenso

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Da sinistra Stefano Santandrea, candidato del centrosini­stra, e Florio Favero, in corsa per parte del centrodest­ra
Al lavoro Da sinistra Stefano Santandrea, candidato del centrosini­stra, e Florio Favero, in corsa per parte del centrodest­ra
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