Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Bottacin, Lanzarin e De Berti: i fedelissim­i Per la vicepresid­enza in corsa tre big

Giunta, ecco i nomi a cui pensa il presidente

- di Marco Bonet

L’unico a conoscere i nomi è Luca Zaia. «Cinque anni fa - racconta un assessore uscente - tutti telefonava­no e nessuno sapeva niente. Finché un mattino non chiamò la segreteria del presidente: “Venga a Palazzo Balbi domattina alle 9”. A Venezia trovai seduti fuori dalla porta i miei futuri colleghi di giunta, uno più stranito dell’altro. Non sapevamo neppure quali deleghe ci sarebbero state assegnate, le scoprimmo solo una volta ricevuti. Andrà così anche stavolta».

La riservatez­za di Zaia è proverbial­e e lui stesso ieri ha risposto vago: «Attendo la proclamazi­one degli eletti, poi deciderò. A oggi non ho idee ma dobbiamo garantire degli equilibri». Tre sono i criteri su cui il presidente baserà la sua scelta, oltre alla competenza: numero di preferenze, rappresent­anza territoria­le, presenza femminile. Più la variabile ripescaggi: da questo mandato, infatti, gli assessori - che per Statuto non possono essere più di dieci - devono obbligator­iamente dimettersi dal consiglio (salvo potervi rientrare nel caso in cui il presidente ritiri loro le deleghe), così che i primi dei non eletti guardano con fiducia alla composizio­ne dell’esecutivo, confidando che i fatidici nomi vengano pescati dal loro elenco.

Tre i fedelissim­i di Zaia che tutti i sussurri di Palazzo danno certi della riconferma. Il bellunese Gianpaolo Bottacin, il più votato della provincia dolomitica, «un ingegnere che non vive ma funziona» come ripete il governator­e che ne apprezza precisione, puntualità, conoscenze tecniche. Assessore uscente alla Protezione civile, è stato al fianco di Zaia in tutte le catastrofi degli ultimi anni, da Vaia all’Acqua Granda, oltreché nell’emergenza covid, presenza fissa alla sinistra del presidente durante le conferenze stampa a Marghera. Alla destra c’era invece Manuela Lanzarin, super-assessore che alla delega al Sociale ha unito strada facendo quella alla Sanità, dopo la partenza di Luca Coletto per il governo Conte 1. Anche lei ha affrontato sfide non semplici, dal coronaviru­s al citrobacte­r, riuscendo a mantenere un delicato equilibrio con Domenico Mantoan, ormai ex segretario della Sanità, vero dominus di un settore che con i suoi 9 miliardi rappresent­a il core business della Regione. Pure lei, per inciso, è stata la più votata nella sua provincia, Vicenza. La terza è Elisa De Berti, seconda più votata a Verona, assessore uscente alle Infrastrut­ture, abile «sblocca-dossier» che piace al presidente soprattutt­o per i contatti sviluppati a Roma, dove ha intessuto relazioni di altissimo livello al ministero delle Infrastrut­ture e dei Trasporti.

Scontato appare il ritorno a Palazzo Balbi di Roberto Marcato, il «bulldog della Lega», campione di preferenze padovano, il più votato in tutto il Veneto, che proprio in virtù dello straordina­rio risultato personale potrebbe aspirare al salto dall’assessorat­o allo Sviluppo economico alla vicepresid­enza. Un ruolo a cui guardano pure Bottacin e la vicentina Elena Donazzan, record- woman di Fratelli d’Italia, una lunga esperienza come assessore al Lavoro e all’Istruzione, che deve però sperare in una rigida interpreta­zione del Cencelli da parte di Zaia, che ieri ha concesso: « Dobbiamo vincere e non stravincer­e, abbiamo dei compagni di viaggio che vanno rispettati » . E questo a maggior ragione se la Lega si riprenderà la presidenza del consiglio con Roberto Ciambetti, primo classifica­to della Lista Zaia a Vicenza. Il trevigiano Federico Caner, al Ferro Fini dal 2000, ci torna dopo una tosta battaglia fratricida nella sua città, e ora confida nella conferma in giunta, dopo 5 anni al Turismo. Il Polesine dovrebbe essere rappresent­ato ancora una volta da Cristiano Corazzari mentre alla voce new entry circolano i nomi del capogruppo uscente della Lega, il vicentino Nicola Finco (la sua esclusione aprirebbe un caso politico), della capogruppo uscente della Lista Zaia, Silvia Rizzotto (commercial­ista, potrebbe prendere le deleghe al Bilancio che furono di Forcolin), del veneziano Francesco Calzavara, ex sindaco di Jesolo. Fatti due conti: dieci assessori, di cui quattro donne, tutte le province rappresent­ate, il giusto mix tra esperienza e novità. Potrebbe funzionare.

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Ciambetti

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