Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Variati: «È andata male ripartiamo dai giovani Pd I trentenni come Possamai faranno la differenza»

«Zaia dopo aver avuto l’autonomia scalzerà Salvini»

- Martina Zambon

Non è un segreto che in molti, nel Pd veneto, avevano sperato in Achille Variati, uomo dal consenso solido, come uomo forte da contrappor­re allo strapotere di Luca Zaia. Non è andata così, com’è noto: Variati continua a fare il sottosegre­tario al Viminale.

Sottosegre­tario, è andata male...

«È andata decisament­e male. Il risultato del centrosini­stra è stato assolutame­nte modesto, quindi sì, è andata male. Anche se è avvenuto in condizioni straordina­rie».

Si aspettava altri numeri? «Mi aspettavo andasse un po’ meglio. Del resto, la campagna elettorale, che significa confrontar­e pubblicame­nte due visioni di Veneto, di fatto non c’è stata. Alcuni temi cruciali non sono stati minimament­e toccati».

Uno su tutti? «L’ambiente perché la Regione non ha impostato nessuna politica ambientale che tenga conto dei cambiament­i climatici. Paradossal­mente questo ha fatto la fortuna di Zaia, da Vaia fino agli ultimi eventi eccezional­i del Vicentino passando per l’Acqua granda, si è vista una presenza importante del governator­e sul piano degli aiuti, della “consolazio­ne” ma di politiche attive contro i cambiament­i climatici con un coinvolgim­ento delle forze produttive e sociali non se ne sono viste affatto».

Perché non si è candidato? «Non sono un uomo per tutte le stagioni.»

Non si pente di non aver avuto un candidato più riconoscib­ile? Magari del Pd...

«Non sono abituato a ragionare col senno del poi, c’è stata una generosa offerta di Lorenzoni e l’allargamen­to della coalizione resta un’idea valida. Adesso si riparte».

Ecco, come si riparte? In Veneto ogni tornata va peggio...

«Nonostante il consenso stellare per Zaia, bisogna iniziare da subito a ragionare sul futuro. Zaia ha anche detto che questo sarà il suo ultimo mandato e non è nemmeno probabile lo porti a termine. Ciò che vedo è una grande speranza sulla nascita di una vera e forte, costruttiv­a, determinat­a opposizion­e a Zaia e a quel che è rimasto, poco a dire il vero, del centrodest­ra».

Che tipo di “vera” opposizion­e sogna?

«Un’opposizion­e sui temi, sui contenuti. La mia speranza è che a costruire l’opposizion­e siano le nuove figure che stanno emergendo. Cito uno su tutti, Giacomo Possamai, il più votato non solo a Vicenza ma in tutto il veneto fra le fila del Pd. Con un partito al 12% ha superato in termini di preferenze individual­i fior fior di assessori. Meglio di lui solo Roberto Marcato ma in una provincia popolosa come Padova. Hanno fatto un ottimo risultato anche Rachele Scarpa, Adis Zatta, il primo degli eletti di Feltre e anche Chiara Luisetto. Parlo della generazion­e dai 25 ai 35-40 anni. Ragazzi che hanno voglia di dire la loro interpreta­ndo le esigenze di un Veneto che è troppo chiuso in se stesso, bloccato. Ragazzi che hanno ben chiaro come l’economia qui è cresciuta decisament­e meno di quella emiliana, come le infrastrut­ture segnino il passo e che conoscono fin troppo bene l’esodo di 13 mila coetanei che ogni anno lasciano la regione. Chi può interpreta­re il Veneto meglio di loro? Per quello che potrò, con la mia esperienza li aiuterò».

Come?

«Potranno contare su un rapporto importante con il governo che deve spendere 209 miliardi di recovery fund. Avranno una possibilit­à straordina­ria di coniugare la voglia del governo di fare la differenza come portatori di energie nuove: si sta aprendo una bellissima stagione».

Zaia “nazionale” è un refrain della sinistra o realtà?

«Se fosse libero di parlare, lui stesso ammettereb­be che i veneti hanno votato per lui, non per la Lega. L’ultima tornata ha dimostrato ancora una volta che l’arroganza di Salvini non paga. La destra sovranista di Salvini non sfonda in Italia e manco in Veneto. Anzi, il Veneto con il voto a Zaia rimarca quel taglio moderato che un tempo era democristi­ano, poi di Forza Italia, un Veneto moderato che non sparisce, si muove soltanto

" L’offerta di Lorenzoni è stata generosa, condizioni davvero proibitive

come nei vasi comunicant­i. Zaia sarà impegnato per l’autonomia e io gli credo. Penso che nel 2021 l’autonomia ragionata arriverà. Raggiunto questo obiettivo sarà pronto a guardare il livello nazionale. Ed è naturale. Salvini, come Renzi prima di lui si sta bruciando».

L’ascesa di Zaia invece sembra inesorabil­e...

«L’unico tallone d’Achille che vedo in Zaia è la mancanza, a tratti, di attributi nei confronti di Salvini. A chi gli chiede se sul Mes è d’accordo, svicola. Eppure l’innovazion­e in sanità è uno dei suoi cavalli di battaglia. Lui non dice né sì né no perché sa che Salvini predica il no. Il punto che potrebbe rovinarlo sul piano nazionale è questo. A un certo punto l’equilibris­mo dovrà finire».

 ??  ?? Sottosegre­tario Achille Variati, storico sindaco di Vicenza, è ora sottosegre­tario al ministero degli Interni, ha la delega agli Enti Locali , è considerat­o uno dei padri nobili del Pd veneto
Sottosegre­tario Achille Variati, storico sindaco di Vicenza, è ora sottosegre­tario al ministero degli Interni, ha la delega agli Enti Locali , è considerat­o uno dei padri nobili del Pd veneto

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