Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Tentato stupro mentre va a prendere le sigarette
Accusato un tunisino già in cella per la violenza sessuale di Ferragosto. Aggressione nella zona di Rialto
VENEZIA Era già stato arrestato dopo aver violentato e picchiato una giovane veneziana a Ferragosto. Ieri, dopo quasi due mesi di ricerche, i carabinieri sono risaliti a lui per un altro episodio simile: una seconda violenza su una donna, avvenuta quindici giorni prima. Con questa accusa, a carico di un 30enne tunisino che abitava alla Celestia è stata emessa una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere da parte dell’autorità giudiziaria di Venezia.
Le indagini sono cominciate per un caso di violenza avvenuta nella notte del primo agosto, nella zona di Rialto. La vittima era una donna tunisina che era andata a comprare le sigarette. Proprio mentre stava per arrivare al distributore automatico di tabacchi, era stata fermata dall’uomo con una scusa. Dopo pochi attimi di conversazione, il «predatore» era andato all’attacco: avrebbe provato a immobilizzare la ragazza contro il muro per costringerla ad avere un rapporto sessuale. La vittima, però, era riuscita a divincolarsi dalla presa dell’uomo ed era scappata verso Rialto. Lì l’avevano trovata gli uomini dell’Arma, che avevano provveduto a chiamare i soccorsi.
Dell’aggressore nessuna traccia. Da quel momento è stato necessario un minuzioso lavoro di indagine per riuscire a individuare il presunto colpevole.
Indizi preziosi sono arrivati dalle telecamere di sicurezza installate nella zona dove è avvenuto il tentato stupro: dopo aver passato al setaccio oltre trecento ore di filmati registrate dai sistemi di videosorveglianza, i carabinieri sono riusciti a stringere il cerchio attorno all’aguzzino.
La svolta è arrivata con il riconoscimento da parte della vittima, che ha identificato il suo aggressore nel 30enne già finito nei guai per la violenza nei confronti di una sua coetanea veneziana.
La notte di Ferragosto, a Venezia, l’uomo aveva convinto la vittima a seguirlo a casa, vicino ai bacini dell’Arsenale, sempre con una scusa. Poi l’aveva violentata, impedendole di uscire dalla casa fino al mattino. A quel punto la giovane era riuscita a scappare per andare a chiedere aiuto in un bar della zona, che aveva contattato i soccorsi.