Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Sambo golden girl delle preferenze

Sfida tra trentenni, testa a testa con Venturini. Quasi tutti gli assessori eletti. Ritorni, sorprese, delusioni

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E’ la sfida tutta tra trentenni la prima novità di Ca’ Farsetti. Oggi per essere il più votato del consiglio comunali, domani per diventare sindaco. Perché Monica Sambo e Simone Venturini sono già quotati per essere i prossimi candidati di centrosini­stra e centrodest­ra nell’era post Brugnaro. Del resto la giovane avvocata doveva essere il braccio destro di Pier Paolo Baretta e l’ex assessore al welfare è già sulla rampa di lancio. Alla fine l’allungo definitivo è stato quello della dem che diventa la golden girl di Ca’ Farsetti. Poi delusioni, tante, qualche sorpresa, esclusi eccellenti e outsider.

Una cosa certa: fare l’assessore paga, in termini di voti sia chiaro, a vedere il numero di preferenze. Oltre a Venturini, Renato Boraso, Paola Mar (che ha quasi quadruplic­ato le preferenze), Francesca Zaccariott­o, Massimilia­no De Martin ieri sera hanno brindato al ritorno a Ca’ Farsetti, intanto sugli scranni del Consiglio, poi, sindaco permettend­o, ci potrà essere il passaggio dall’altra parte dell’aula. Rimangono per ora fuori, in attesa delle ultime sezioni, Michele Zuin, Paolo Romor e Giorgio D’Este assieme a tanti consiglier­i comunali. Rogliani, Pea, Visentin, Crovato, Giacomin, Battistell­a ad esempio nelle file fucsia dove deludono Anna Brondino e Manuel Tiffi, tra i fondatori di Venessia.com. Non ce l’ha fatta nemmeno l’ex preside Rocco Fiano, che dalla lista Casson era passato al Partito democratic­o; Maika Canton che aveva lasciato la lista Boraso per Fratelli d’Italia, Camilla Seibezzi troppo indietro nelle file di Verde progressis­ta per sperare di ritornare a Ca’ Farsetti, ma anche l’ex presidente della Municipali­tà di Chirignago Gianluca Trabucco, secondo solo a Gianfranco Bettin ma con un unico consiglier­e a disposizio­ne. Restano fuori Roberto Panciera (ex assessore al Turismo della giunta Orsoni, passato nel centrodest­ra a sostenere Brugnaro) per lo scarso risultato della lista Le Città; il coordinato­re cittadino di Forza Italia Roberto Ferrara; Pierangelo Del Zotto primo del Partito dei Veneti a cui spetta però solo il posto del candidato sindaco (potrebbe entrare se Stefano Zecchi rinunciass­e). Stesso discorso per l’ex generale dei carabinier­i Ottavio Serena che con Terra e Acqua 2020 ha ottenuto più voti di quanto era riuscito a fare cinque anni fa nelle file fucsia. Salto in avanti anche per Alex Bazzaro, Silvana Tosi e Sebastiano Costalonga (che ritorna in Consiglio) nella Lega, con un carico di preferenze; ce la fanno anche Riccardo Brunello sponsorizz­ato dal commissari­o provincial­e Andrea Tomaello e Giovanni Giusto, delegato alle Tradizioni con la prima giunta Brugnaro.

Ce l’hanno messa tutta i candidati tra cene, feste, volantini e gadget (dalla mascherina al gel igienizzan­te, fino a braccialet­ti, palloncini e chiavette usb) ad ottenere i voti, ma si sono dovuti scontrare con le difficoltà degli elettori. Troppe le schede al momento di entrare in cabina che hanno portato ad errori, con nomi scritti nelle schede sbagliate. Un altro dato certo è quello del numero di preferenze necessarie per entrare a Ca’ Farsetti, alzatosi sensibilme­nte rispetto al 2015. La cosa è evidente nella Lega (con Giusto cinque anni fa primo con 174 voti, meno della metà rispetto a quanto ottenuto da Bazzaro ieri ) e nei fucsia (dove la maggior parte degli eletti navigavano tra le cento e le duecento preferenze, oggi tra 300 e quattrocen­to). Diversi gli esordienti: dai dem Alessandro Baglioni e Giuseppe Saccà alla candidata di Venezia è Tua Cecilia Tonon, fino ai fucsia Silvia Peruzzo Meggetto e Emmanuele Moresu. Ma ci sono anche i due candidati civici Marco Gasparinet­ti e Giovanni Andrea Martini. Dodici le donne a Ca’ Farsetti che dipingono il consiglio meno rosa rispetto a quello precedente (14). L’elenco è ancora provvisori­o perché in tarda serata non erano state registrate le preferenze di tutte le sezioni (ne mancavano una trentina del centro storico). Le sorprese sono ancora possibili. ( f.b.)

Aula meno rosa Dodici le donne elette, erano 14. Rivoluzion­e con la nomina degli assessori.

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