Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
E all’Università parte il test sulla saliva
Parte la sperimentazione a Padova su ottomila tra docenti, tecnici e amministrativi. «Controllati ogni venti giorni»
PADOVA Via in Veneto al test sulla saliva. Parte la sperimentazione all’Università di Padova su ottomila tra docenti, tecnici e amministrativi. «Controllati ogni venti giorni». Plebani: stessa attendibilità dei tamponi tradizionali.
Gli otto punti di raccolta dei campioni sono già allestiti, oggi sarà disponibile il modulo di adesione sulla piattaforma on line dell’Ateneo e i primi seimila kit sono arrivati. All’Università di Padova tutto è pronto per iniziare la sperimentazione sul personale dei test salivali per la ricerca del Covid-19, nuovo metodo diagnostico che potrà inizialmente affiancare e poi un po’ alla volta anche superare il tampone molecolare orofaringeo. La novità, fortemente voluta dalla Regione, è unica in Italia e coinvolgerà gli ottomila tra docenti, tecnici e amministrativi dell’Ateneo.
«Partiamo dai risultati ottenuti dai nostri studi e già pubblicati, che dimostrano la sovrapponibilità del test salivare al tampone molecolare in quanto ad attendibilità — spiega il professor Mario Plebani, a capo della sperimentazione e direttore del Dipartimento didattico scientificoassistenziale integrato —. Abbiamo
verificato che i risultati di questa tecnica d’indagine hanno una precisione assimilabile a quella dei tamponi orofaringei. Dalla prossima settimana inizieremo la sperimentazione sui docenti aderenti all’iniziativa che ricominceranno le lezioni in presenza». A parità di performance, cambia la modalità di raccolta del campione rispetto al tampone, tra l’altro anche più fastidioso e bisognoso di ambulatori attrezzati e personale adeguatamente protetto e formato. Il test salivare consente pure di saltare le code in ospedale, perché può essere eseguito dalla persona stessa a casa propria. Basta estrarre dalla provetta il tamponcino di cotone, una sorta di cotton fioc , masticarlo un minuto, reinserirlo nel contenitore dotato di codice a barre abbinato alla persona e consegnarlo negli appositi punti di raccolta. Posizionati vicino a tutte le Facoltà, umanistiche, scientifiche, mediche
"Mario Plebani/1 Ognuno dovrà masticare un tamponcino, riporlo nel contenitore e consegnarlo in appositi punti di raccolta. Avrà l’esito a casa in 24 ore
Mario Plebani/2
I nostri studi hanno dimostrato che ha la stessa attendibilità del tampone tradizionale. Per il Covid-19 si va verso l’auto-diagnostica
e così via. Da lì ogni giorno i campioni saranno prelevati e mandati al laboratorio del professor Plebani, in Azienda ospedaliera a Padova, per la processazione. «L’esito sarà visibile in tre ore, come per il tampone, e il referto verrà inviato a casa dell’interessato — completa Plebani — che non perderà tempo in spostamenti, perché raccoglierà la saliva da sé a casa e poi depositerà la provetta direttamente sul posto di lavoro. Per lo stesso motivo il test salivare consentirà un notevole risparmio al Sistema sanitario e comunque ormai, per la ricerca del coronavirus, si sta andando sempre più verso l’autodiagnostica». I dipendenti si sottoporranno allo screening ogni venti giorni, fino al termine dell’emergenza Covid.
L’auspicio espresso dal rettore dell’Università di Padova, Rosario Rizzuto, e dal governatore Luca Zaia è che, conclusa la sperimentazione, il test salivare possa poi estendersi alla popolazione in maniera molto ampia e in tempi brevi. «Noi con umiltà lo abbiamo proposto — chiude Plebani — e, per spazzare via ogni dubbio, va specificato che permette la diagnosi di tipo molecolare come il tampone tradizionale». Che quindi, in caso di positività al coronavirus, non andrà effettuato in termini di conferma definitiva, così come avviene per i test molecolari. Tanto è vero che in queste ore il test salivare sarà riconosciuto e omologato dall’Istituto superiore di Sanità, come già avvenuto per i tamponi rapidi (quelli solo nel naso) utilizzati in anteprima dal Veneto con il dottor Roberto Rigoli, coordinatore delle 14 Microbiologie ospedaliere.
«La collaborazione tra la sanità regionale e il mondo universitario prosegue e produce risultati sempre più importanti — ha commentato il governatore Luca Zaia lo scorso 9 settembre, quando fu annunciata l’iniziativa —. Siamo orgogliosi di lanciare questa ultima frontiera della lotta al coronavirus, che ha una prospettiva storica, perché fa parte dell’evoluzione verso un sistema di test rapido di massa in auto-screening, abbinato alla spinta sulla ricerca dell’antigene. In prospettiva il test salivare è fondamentale: una volta testato con successo, potrà diventare una risposta veloce e sicura, con procedure più semplici e dall’esito garantito».
Nel frattempo l’Università di Padova si prepara a tornare alle lezioni in presenza con nuovi spazi e aule, posti distanziati e contrassegnati e una app obbligatoria per gli studenti e necessaria a registrare la presenza in aula e quindi a risalire agevolmente a tutti i contatti di eventuali soggetti contagiati dal Covid19.