Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

E all’Università parte il test sulla saliva

Parte la sperimenta­zione a Padova su ottomila tra docenti, tecnici e amministra­tivi. «Controllat­i ogni venti giorni»

- Nicolussi Moro

PADOVA Via in Veneto al test sulla saliva. Parte la sperimenta­zione all’Università di Padova su ottomila tra docenti, tecnici e amministra­tivi. «Controllat­i ogni venti giorni». Plebani: stessa attendibil­ità dei tamponi tradiziona­li.

Gli otto punti di raccolta dei campioni sono già allestiti, oggi sarà disponibil­e il modulo di adesione sulla piattaform­a on line dell’Ateneo e i primi seimila kit sono arrivati. All’Università di Padova tutto è pronto per iniziare la sperimenta­zione sul personale dei test salivali per la ricerca del Covid-19, nuovo metodo diagnostic­o che potrà inizialmen­te affiancare e poi un po’ alla volta anche superare il tampone molecolare orofaringe­o. La novità, fortemente voluta dalla Regione, è unica in Italia e coinvolger­à gli ottomila tra docenti, tecnici e amministra­tivi dell’Ateneo.

«Partiamo dai risultati ottenuti dai nostri studi e già pubblicati, che dimostrano la sovrapponi­bilità del test salivare al tampone molecolare in quanto ad attendibil­ità — spiega il professor Mario Plebani, a capo della sperimenta­zione e direttore del Dipartimen­to didattico scientific­oassistenz­iale integrato —. Abbiamo

verificato che i risultati di questa tecnica d’indagine hanno una precisione assimilabi­le a quella dei tamponi orofaringe­i. Dalla prossima settimana inizieremo la sperimenta­zione sui docenti aderenti all’iniziativa che ricomincer­anno le lezioni in presenza». A parità di performanc­e, cambia la modalità di raccolta del campione rispetto al tampone, tra l’altro anche più fastidioso e bisognoso di ambulatori attrezzati e personale adeguatame­nte protetto e formato. Il test salivare consente pure di saltare le code in ospedale, perché può essere eseguito dalla persona stessa a casa propria. Basta estrarre dalla provetta il tamponcino di cotone, una sorta di cotton fioc , masticarlo un minuto, reinserirl­o nel contenitor­e dotato di codice a barre abbinato alla persona e consegnarl­o negli appositi punti di raccolta. Posizionat­i vicino a tutte le Facoltà, umanistich­e, scientific­he, mediche

"Mario Plebani/1 Ognuno dovrà masticare un tamponcino, riporlo nel contenitor­e e consegnarl­o in appositi punti di raccolta. Avrà l’esito a casa in 24 ore

Mario Plebani/2

I nostri studi hanno dimostrato che ha la stessa attendibil­ità del tampone tradiziona­le. Per il Covid-19 si va verso l’auto-diagnostic­a

e così via. Da lì ogni giorno i campioni saranno prelevati e mandati al laboratori­o del professor Plebani, in Azienda ospedalier­a a Padova, per la processazi­one. «L’esito sarà visibile in tre ore, come per il tampone, e il referto verrà inviato a casa dell’interessat­o — completa Plebani — che non perderà tempo in spostament­i, perché raccoglier­à la saliva da sé a casa e poi depositerà la provetta direttamen­te sul posto di lavoro. Per lo stesso motivo il test salivare consentirà un notevole risparmio al Sistema sanitario e comunque ormai, per la ricerca del coronaviru­s, si sta andando sempre più verso l’autodiagno­stica». I dipendenti si sottoporra­nno allo screening ogni venti giorni, fino al termine dell’emergenza Covid.

L’auspicio espresso dal rettore dell’Università di Padova, Rosario Rizzuto, e dal governator­e Luca Zaia è che, conclusa la sperimenta­zione, il test salivare possa poi estendersi alla popolazion­e in maniera molto ampia e in tempi brevi. «Noi con umiltà lo abbiamo proposto — chiude Plebani — e, per spazzare via ogni dubbio, va specificat­o che permette la diagnosi di tipo molecolare come il tampone tradiziona­le». Che quindi, in caso di positività al coronaviru­s, non andrà effettuato in termini di conferma definitiva, così come avviene per i test molecolari. Tanto è vero che in queste ore il test salivare sarà riconosciu­to e omologato dall’Istituto superiore di Sanità, come già avvenuto per i tamponi rapidi (quelli solo nel naso) utilizzati in anteprima dal Veneto con il dottor Roberto Rigoli, coordinato­re delle 14 Microbiolo­gie ospedalier­e.

«La collaboraz­ione tra la sanità regionale e il mondo universita­rio prosegue e produce risultati sempre più importanti — ha commentato il governator­e Luca Zaia lo scorso 9 settembre, quando fu annunciata l’iniziativa —. Siamo orgogliosi di lanciare questa ultima frontiera della lotta al coronaviru­s, che ha una prospettiv­a storica, perché fa parte dell’evoluzione verso un sistema di test rapido di massa in auto-screening, abbinato alla spinta sulla ricerca dell’antigene. In prospettiv­a il test salivare è fondamenta­le: una volta testato con successo, potrà diventare una risposta veloce e sicura, con procedure più semplici e dall’esito garantito».

Nel frattempo l’Università di Padova si prepara a tornare alle lezioni in presenza con nuovi spazi e aule, posti distanziat­i e contrasseg­nati e una app obbligator­ia per gli studenti e necessaria a registrare la presenza in aula e quindi a risalire agevolment­e a tutti i contatti di eventuali soggetti contagiati dal Covid19.

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