Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Gasp» e la figlia di 8 anni «No a una Venezia-scheletro nel 2025 noi alternativ­i al Pd»

Il candidato: abbiamo gettato le basi anche a Mestre

- Di Alberto Zorzi

VENEZIA Tra i vari ringraziam­enti di ieri ha messo «la mia dolce ma forte metà», che l’ha portato in barca nei vari appuntamen­ti in laguna. Ma anche «chi mi tiene il broncio per le troppe assenze», cioè la figlia di 8 anni. «Ma l’ho fatto anche per lei, perché io, nato a Udine, ho scelto Venezia per vivere e non voglio che quando avrà 18 anni mi chieda perché l’ho fatta crescere qui, in una città-scheletro in cui si annidano solo avvoltoi e carcasse». Marco «Gasp» Gasparinet­ti, 57 anni, «veneziano» dal 2002 e da otto anni pendolare con Bruxelles dove lavora alla Commission­e Europea, è stato la sorpresa delle Comunali. I 5 mila voti gli hanno fatto vincere la «volatona» per il terzo posto dietro Luigi Brugnaro e Pierpaolo Baretta: un 4 per cento totale con il picco del 9,7 in centro storico. «Avrebbe potuto andare meglio, ma abbiamo pagato un po’ di inesperien­za», ammette. E una campagna low cost: «Solo 50 mila euro, tutti autofinanz­iati, un terzo della cifra che dicevano gli esperti».

«Quando nel 2014 abbiamo dato vita al Gruppo 25 aprile nemmeno nel mio peggior incubo avrei pensato di essere sei anni dopo in consiglio comunale - prosegue - siamo stati costretti a entrare nelle istituzion­i per colpa di un sindaco sordo e insensibil­e». In questi sei anni l’associazio­ne ha fatto massa critica, raccoglien­do oltre 3 mila persone e avviando tante iniziative concrete a Venezia. «In questi due mesi abbiamo però gettato delle solide basi anche in terraferma, grazie all’aiuto di molti giovani, tanto da essere gli unici ad avere un piano per Mestre, tra riqualific­azione del Canal Salso, museo diffuso e circuito dei forti - continua - Da qui al 2025 lavoreremo per diventare un’alternativ­a di governo diversa dal Pd».

Con i dem infatti i rapporti sono stati tesi, a partire dalla bocciatura della candidatur­a dell’ex rettore Michele Bugliesi a inizio anno. «Da allora il Pd ha giocato a perdere e così ha consegnato di nuovo la città a Brugnaro - attacca - Alcuni

big non hanno fatto campagna elettorale, forse sperando di giocarsela facile nel 2025 quando Brugnaro non ci sarà più. In consiglio non farò squadra con loro». Anche con Andrea Martini le differenze ci sono: «Lui dice no a tutto, Mose compreso - dice Gasparinet­ti - io l’anno scorso sono andato sotto acqua e non ho avuto il rimborso per orgoglio, per non dover chiedere i soldi a Brugnaro. Ma nel no all’hotel ai gasometri saremo uniti». L’elezione ora gli cambierà la vita: «Mi sono messo in aspettativ­a non retribuita durante la campagna elettorale, ora dovrò decidere che cosa fare - conclude - Forse chiederò un part-time a Bruxelles, Di certo non posso tradire la fiducia di chi mi ha eletto: oggi ci ho messo due ore per fare 200 metri a piedi da quanta gente mi ha fermato».

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In tram Gasparinet­ti

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