Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Liste civiche attendiste «Per ora niente accordi»
PORTOGRUARO «Le aspettative erano decisamente migliori soprattutto in virtù delle dimostrazioni di sostegno ricevute durante la campagna elettorale». Il mattino dopo aver conosciuto l’esito ufficiale del primo turno di amministrative a Portogruaro Graziano Padovese esprime la «delusione» per il risultato ottenuto. Lo fanno, soprattutto, i candidati delle liste civiche Città del Lemene e 7 frazioni in Comune che lo hanno sostenuto ma che con 595 voti ottenuti, pari al 4,44% del totale, resteranno fuori dal consiglio comunale. «Ora ci aspetta una profonda riflessione sul da farsi per il futuro» fanno sapere i vertici della coalizione, che smentiscono «categoricamente» di aver già preso accordi con Stefano Santandrea o Florio Favero che si giocheranno la poltrona di sindaco al ballottaggio: «Non abbiamo avuto né voluto alcun colloquio» spiegano. Ciò non significa però che il colloquio non possa esserci nelle prossime ore. Ieri sera i rappresentanti delle cinque liste di centrosinistra si sono ritrovati proprio per valutare l’esito delle urne e decidere il da farsi in vista del secondo turno, magari valutando la possibilità di dialogare con Padovese che dal canto suo dovrà però fare i conti con i mal di pancia sorti all’interno delle due liste che l’hanno sostenuto. Il contributo delle civiche potrebbe essere importante per riportare l’amministrazione in mano al centrosinistra dato il potenziale di fuoco degli oppositori, che tuttavia si trovano a giocare una partita delicatissima. Martedì Favero, a pochi minuti dall’esito definitivo delle urne, ha subito teso la mano a Senatore per tentare di ricucire lo strappo tra i due blocchi dell’area. Il confronto non sarà facile: da un lato c’è una Lega che vanta un risultato storico e a cui non si potrà negare un ruolo da protagonista nella trattativa, dall’altro c’è una sindaca uscente che ha pagato la frattura del centrodestra ma che è stata capace di far convergere sul simbolo con il suo nome 1.952 preferenze, terza lista dietro a Lega e Pd. Un equilibrio delicato tenuto insieme da una corda che potrebbe facilmente spezzarsi. Ma lo scarto di 6 punti e mezzo di percentuale dal rivale non lascia molte alternative se si vuole andare sul sicuro. Sono 865 voti di distacco, non pochi. Potrebbe anche arrivare il contributo di Ennio Vit, che però si è fermato al di sotto delle 300 preferenze, e non basterà di certo.