Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Carte false» per le licenze taxi, indagini su altri casi
L’avvocato: stiamo facendo le verifiche. Cici (Ascom): chi ha sbagliato paghi, ma basta infangarci tutti
VENEZIA L’inchiesta sulle licenze taxi in laguna continua. Le indagini dei carabinieri del nucleo natanti di Venezia – che ieri hanno fatto finire nei guai due veneziani, padre e figlia, di 67 e 37 anni, denunciati per aver commesso una serie di falsi per mantenere in famiglia la licenza comunale di taxi acqueo – si stanno allargando all’intero mondo dei motoscafi per trasporto di persone. I militari, coordinati dal pm Stefano Buccini, stanno verificando in questi giorni se altri potrebbero aver fatto «carte false» per ottenere i titoli di guida necessari a esercitare la professione.
La coppia di « furbetti » avrebbe ritoccato i «ruolini d’equipaggio» – dove vengono annotati i periodi di imbarco – per permettere alla 37enne di ottenere i requisiti per le «patenti» e farsi trasferire la licenza dal padre, prossimo alla pensione. I titoli sono stati sequestrati, come disposto dal gip. L’avvocato Jacopo Molin, che difende i due indagati, è sicuro che «la questione si possa ricondurre a un alveo di normalità». «Siamo in una fase iniziale – ha aggiunto – e stiamo facendo tutte le verifiche del caso con i miei assistiti». Intanto gli investigatori sono ancora al lavoro per verificare se altri tassisti possano aver dichiarato falsi periodi di imbarco per aiutare alcuni marittimi a scalare le graduatorie – in cui conta anche l’esperienza di navigazione – che il Comune utilizza per assegnare le licenze messe a bando.
La risonanza dell’inchiesta ha scosso la categoria professionale. Valter Cici, presidente del Consorzio motoscafi Venezia e responsabile del settore per Ascom, la ritiene eccessiva: «Non voglio parlare del caso specifico – ha detto – ma chi ha sbagliato deve pagare. Allo stesso tempo siamo stufi che per un paio di professionisti che sbagliano su 400 escano pagine intere sui giornali sulla nostra categoria, come per un omicidio». A far finire i tassisti nell’occhio del ciclone sarebbero i pregiudizi: «Siamo bersaglio di odio per via dei nostri guadagni - conclude Cici - ma non ci viene regalato niente. Andiamo in barca ogni giorno con ogni tempo. Errori ne fanno in tutte le categorie, ma a Venezia si parla sempre di noi».