Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

E il ministero boccia le barriere per San Marco

I Beni culturali: fare presto, queste varianti hanno prolungato i tempi

- Di Alberto Zorzi

Il

progetto di Stefano Boeri per la difesa della Basilica di San Marco non è passato al vaglio dei comitati tecnicosci­entifici del ministero dei Beni culturali. Bocciato anche l’«elemento-firma», il leggio metallico con le informazio­ni sulla più importante chiesa veneziana. Si riparte da capo con la stagione delle acque alte alle porte.

VENEZIA Sarà pure l’architetto del pluripremi­ato «Bosco verticale» a Milano. E ha fatto carriera anche «politica», lui che è stato assessore a Milano e ora presiede la Triennale. Ma il progetto di Stefano Boeri e del suo studio per la difesa della Basilica di San Marco non è passato al vaglio dei comitati tecnico-scientific­i del ministero dei Beni culturali. Bocciato anche l’«elementofi­rma» della sua idea, ovvero quel leggio metallico con le informazio­ni storico-artistiche sulla più importante chiesa veneziana. Ma ciò che conta è soprattutt­o che ora si dovrà ripartire quasi da capo, con il rischio (quasi una certezza) che per tutto l’inverno la Basilica sia di nuovo esposta agli allagament­i. Proprio nei giorni scorsi il provvedito­re Cinzia Zincone aveva invece auspicato che i lavori potessero partire già a fine novembre, con una durata di 3-4 mesi.

Piazza San Marco è infatti uno dei punti più bassi di Venezia e in alcuni punti va sotto già con 80-90 centimetri di acqua alta. Il nartece (cioè l’atrio) della Basilica è ancora più basso, a quota 65. La Procurator­ia di San Marco un paio d’anni fa ha progettato un sistema per impedire all’acqua di risalire dai cunicoli sotterrane­i, riuscendo a eliminare gli allagament­i dei preziosi mosaici tra i 65 e gli 88 centimetri, quota oltre la quale l’acqua entra direttamen­te dalla piazza. Proprio per questo, in attesa di un piano complessiv­o di impermeabi­lizzazione di tutta l’insula di San Marco (le imprese Kostruttiv­a e Thetis hanno realizzato il progetto definitivo e ora passeranno all’esecutivo), la stessa Procurator­ia, con l’architetto Mario Piana e l’ingegner Daniele Rinaldo, aveva studiato una barriera di vetro attorno alla Basilica, per proteggerl­a dall’acqua.

Il progetto era stato presentato a febbraio al Comitato tecnico del Provvedito­rato alle opere pubbliche, ma il commissari­o del Mose Elisabetta Spitz – andando oltre il suo incarico, secondo qualcuno – incaricò lo studio Boeri di migliorare l’inseriment­o architetto­nico. Il progetto prevedeva, al posto della serie di pilastrini di quello PianaRinal­do, che le lastre non avessero elementi tra di loro, ma fossero tenute insieme con del silicone marittimo. Più elegante, certo, ma con il rischio di non garantire la tenuta dell’acqua. Si è arrivati così a una sorta di «terza via», che cercava di mettere assieme la parte architetto­nica dell’uno con quella idraulica dell’altro, ma dal Mibact è arrivata una stroncatur­a. Tante le criticità sottolinea­te dai comitati, da quelle di struttura (relativi appunto alla tenuta idraulica) ai materiali per evitare che si arrugginis­cano, dai varchi (che vengono spostati dal fronte della Basilica ai lati, con problemi anche di sicurezza) al leggio. Per quest’ultimo si chiede di «prevedere la rinuncia alla realizzazi­one o una drastica riduzione dello sviluppo della superficie del piano inclinato e dell’altezza», per interferir­e meno con i prospetti della Basilica.

Gli esperti dei Beni culturali hanno ben presente l’urgenza della situazione e infatti «auspicano che i necessari approfondi­menti siano prodotti nel più breve tempo possibile». E non mancano di sottolinea­re che tutte queste varianti abbiano «prolungato i tempi». (a. zo.)

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Gli esperti Bisogna prevedere la rinuncia o una drastica riduzione del leggio

Il «leggio»

Bocciata anche l’«elemento firma»: il leggio metallico con le informazio­ni artistiche

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Il rendering delle barriere in vetro
Vetro Il rendering delle barriere in vetro

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