Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Verona-Padova l’intesa cammina Il focus si amplia ai congressi
PADOVA Un dialogo che entra nel vivo, ruotando intorno alle possibili sinergie, anche tra manifestazioni. E che a breve affronterà il merito di proposte più concrete: come, per esempio, la gestione «di squadra» delle grandi strutture congressuali del Nordest. Con l’incontro di due giorni fa, il dg di Veronafiere Giovanni Mantovani e quello di Padovafiere, Luca Veronesi, hanno dato inizio al dialogo. Un incontro positivo. Che alimenta tutt’intorno le voci di scenari futuri più integrati.
Il come è ancora tutto da vedere. C’è la Fiera di Verona col suo potenziale di quartiere fieristico nazionale (vedi Vinitaly e Fieracavalli). C’è la Fiera di Padova che cerca un orizzonte per il suo, di quartiere fieristico, cui può sommare il potenziale sul piano congressuale. È stata definita «alleanza». Per adesso sembra un passo verso quell’idea di polo fieristico veneto in cui le peculiarità farebbero squadra, aiutandosi anziché combattersi per salvarsi dalla crisi. L’incontro sull’asse Verona-Padova ha aperto le interlocuzioni, secondo una priorità che rimane quella di trovare un perimetro economico sostenibile per entrambe le realtà. Nessuna prospettiva di fusioni, bensì di sinergie. Può essere l’inizio di un percorso - in parallelo alle collaborazioni nazionali, con Verona che guarda a Bologna e Milano - dopo quello soltanto abbozzato con la manifestazione d’interesse che Veronafiere aveva presentato per la gestione del quartiere padovano di via Tommaseo, in seguito tramontata. In tutto ciò, una parte in gioco è anche quella della politica. Mentre in Regione ballano le cariche da riassegnare, l’ex assessore allo Sviluppo economico, Roberto Marcato, riflette: «Io ho sempre immaginato un grande polo regionale con declinazioni territoriali autonome: Verona con vino e cavalli, Padova con auto-moto d’epoca e congressuale, Vicenza con il lusso. Una maggior collaborazione tra le fiere è una via obbligatoria».