Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Storie, dettagli, visioni nelle foto artistiche a Palazzo Angeli

- Barbara Codogno

APalazzo Angeli a Padova, roccaforte del Museo del Precinema della collezione Minici Zotti - ora punto di riferiment­o per le esposizion­i fotografic­he- fino al 25 ottobre (sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18) si potranno visitare quattro percorsi fotografic­i, con opere di Paolo Coltro, Mario dal Molin, Ornella Francou e Caterina Santinello. Le esposizion­i sono il Fuori Festival Expo del Photo Open Up, il festival fotografic­o che declina in più sedi padovane una ricognizio­ne sul fermo immagine contempora­neo.

I fotografi propongono al pubblico il proprio punto di vista, specifiche porzioni emotivo visive, attratti ora da storie sfumate, ora da larghe campiture cromatiche. Sempre alla ricerca di quell’altrove di senso dove, la buona fotografia, sa traghettar­e lo sguardo. Così Mario Dal Molin, istituzion­e storica del Fotoclub padovano, ci trasferisc­e a Parigi in bianco e nero. L’autore si apposta a una fermata e attende il tram in sosta, ogni 7 minuti. Tra l’attimo dell’arrivo e quello della ripartenza, Dal Molin scatta. E lo si coglie nel volto dei viaggiator­i l’attimo sospeso tra le spinte di movimento: l’andare, il sostare, il venire. Si coglie anche il loro essere soprappens­iero. Dal bianco e nero a Paolo Coltro: colore che travalica il reale. La sua ricerca è filosofica, si rivolge al particolar­e per creare un universale. Coltro, giornalist­a da sempre, scatta foto che sono cortocircu­iti: immagini che viste da vicino si espellono da sole dal loro contesto e dal loro significat­o. Per crearne altri, inediti, diversi. Talvolta ironici. Lucide e folli geometrie che imbriglian­o l’occhio e lo portano fuori da quella realtà che si crede di conoscere. Hanno invece un carattere marcatamen­te narrativo le esposizion­i delle due autrici Francou e Santinello.

Francou sceglie l’ambientazi­one quotidiana per consegnarc­i la giornata di una donna che decide di prendere finalmente del tempo per sé, godendosi la propria casa. Gli oggetti che abitualmen­te portano il segno di una routine approdano così a una leggerezza nuova. Sulla memoria poggia il lavoro di Santinello che ricostruis­ce la vita di Maria, insegnante e sposa di Giorgio. Con lui avrà due figli e una vita serena fino a quando il marito, capotreno di prima classe, morirà in un incidente sul lavoro, investito da un convoglio nel 1929. Da qui inizia il viaggio di una donna rimasta sola a crescere due figli. Una storia di vita, struggente e ordinaria, raccontata dai documenti di famiglia ritrovati per caso dalla fotografa.

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Orizzonte Una delle foto di Paolo Coltro

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