Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Calle dei Fuseri spiragli di luce con due nuovi negozi

- Camilla Gargioni

Affittasi, un foglio di carta con scritto a pennarello «ciao a tutti, è stato bello», le vetrine coperte di carta da parati: siamo in calle dei Fuseri, tra San Marco e campo San Luca, e su una trentina di attività 9 sono chiuse. Una situazione che il covid ha acuito, con negozi che rimangono chiusi o attività storiche che si trasforman­o in negozi di chincaglie­ria. Ma in calle dei Fuseri c’è qualche spiraglio di luce: dove prima sorgeva un negozio d’abbigliame­nto d’infanzia, le vetrine sono rimaste buie per poco tempo e da qualche settimana ha aperto la «bottega dell’arte», colorifici­o. «Ho lavorato in Bacino Orseolo da Testolini, per 30 anni, poi ne ho rilevato l’attività — racconta Gabriele Scarpa —. Mi sono spostato perché qui passano più veneziani, certo ho la mia clientela, di cui esporrò un quadro diverso la settimana. La signora che gestiva il negozio prima di me era francese, è andata via da Venezia». Marco Missiaia, a pochi metri di distanza, fotografo, sta lavorando più dell’anno scorso. «Sono qui dal 2002, quest’anno ho avuto meno clienti ma di livello più alto da quando si sono aperte le frontiere europee, disposti quindi a spendere di più – spiega –. Di cinque negozi che avevo a Venezia, ne ho chiusi due: non per il Covid, ma per i costi e le tasse». Fulvia Vianello resiste nel suo negozio di abbigliame­nto per l’infanzia, aperto nel 1965. «Anche io avrei voluto chiudere, ma sono innamorata degli articoli che vendo. Se continua così però sarò costretta a lasciare – commenta – Di fianco a me, l’ottico chiude dopo vent’anni. Lo vede il negozio di fronte? A dicembre lasciano anche loro. Ho quasi paura ad acquistare la collezione invernale, se non la vendo?».

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