Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Principe del foro ex parlamentare
Principe del foro, ex senatore di FI, lo studio con Ghedini
PADOVA «Sono 40 anni che voi giornalisti mi chiamate quando avete già in mano i mattinali di carabinieri e polizia».
Piero Longo non ha perso la sua verve. Ai cronisti che chiamano per chiedergli notizie sul pestaggio, risponde con il suo solito modo burbero e diretto. Solo il timbro non è lo stesso, la voce tradisce una certa difficoltà a parlare, proprio a causa delle botte ricevute.
Che Piero Longo abbia un carattere di ferro non è certo un segreto: questo suo aspetto, unito a una magistrale eloquenza, a una profonda conoscenza della legge e un graffiante sarcasmo, ne ha fatto un principe del foro, stimato e temuto da colleghi e magistrati.
Longo, classe ’44, originario di Alano di Piave e padovano di adozione, è ai più conosciuto per essere stato lo storico avvocato difensore di Silvio Berlusconi insieme al collega Niccolò ghedini. Ex senatore, Longo è stato per dieci anni a Palazzo Madama, dal 2008 al 2018, prima con il Popolo delle Libertà e poi con Forza Italia.
La sua carriera di avvocato inizia quando rileva lo studio legale di Giovanni Ghedini, padre di Niccolò, ultimogenito che entrerà a sua volta nell’avviato ufficio nella centralissima via Altinate. Niccolò Ghedini e Piero Longo, entrambi parlamentari, saranno all’origine dei provvedimenti fortemente osteggiati dall’opposizione di centrosinistra perché definiti «ad personam», ossia volti a salvare Silvio Berlusconi dai suoi guai giudiziari.
Ma alle cronache Piero Longo è noto anche per molti processi da prima pagina in cui ha rivestito il ruolo di difensore. Durante tangentopoli ha rappresentato il socialista veneziano Gianni De Michelis coinvolto in una vicenda di appalti autostradali e nell’affaire Enimont. Rimanendo in tema di tangenti Longo ha recentemente sostenuto la difesa di Piergiorgio Baita, capo della Mantovani, l’«uomo nero» del Mose.
Ma oltre a tangenti e corruzione Longo si è occupato anche di fatti di sangue che hanno sconvolto il Veneto. Ha difeso Michele Fusaro, assassino di Iole Tassitani, la figlia del notaio di Castelfranco Veneto rapita uccisa e fatta a pezzi dal falegname di Bassano del Grappa. L’avvocato ha anche assistito il padovano Marco Furlan che con il complice Wolfgang Abel si è macchiato di una serie di delitti rivendicati con volantini neonazisti firmati Ludwig. Inoltre ha difeso Mariano Molon, tecnico universitario che nel ’99 ha ucciso il sindacalista Walter Maccato e ferito in modo gravissimo altre due persone - poi decedute - all’università di Padova. Altro delitto di sangue fu il caso di Pietro Maso, che ammazzò i genitori a Montecchia di Crosara. Qui Longo difese l’amico di Maso, Giorgio Carbognin, condannato a 26 anni.
Più recentemente Longo ha difeso l’ex capo di medicina legale di Padova Santo Davide Ferrara da una brutta storia di falso e truffa su incarichi fantasma per le autopsie (assolto) e incidenti stradali. L’avvocato è anche professore, assistente di diritto penale e «terrore » di ogni studente di giurisprudenza che passi per l’università di Padova, ma quando ci sono le sue arringhe le aule di tribunale si riempiono di studenti ed ex studenti che le definiscono «imperdibili». Ineguagliabili le sue lunghe camminate nelle aule durante i processi. Difficilmente l’avvocato Longo riesce a stare seduto e fermo nell’angolo dei difensori.