Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Basilica, Montanari boccia Boeri e Spitz «Prima ipotesi ottima»
Il tecnico del Mibact: il loro intervento senza ratio
VENEZIA Da presidente del comitato tecnico-scientifico per le Belle arti non può che limitarsi a una dichiarazione istituzionale: «Aspettiamo che arrivi un nuovo progetto, poi lo valuteremo insieme ai colleghi del comitato tecnicoscientifico per il Paesaggio», dice Tomaso Montanari. Ma indossando i panni di «privato cittadino, storico dell’arte e amante di Venezia», non può non commentare l’impasse in cui si trova la soluzione per difendere la Basilica di San Marco dall’alta marea, ovvero quella barriera di vetro che dovrebbe impedire all’acqua di entrare nella chiesa dalla piazza, dopo la bocciatura da parte dei comitati del progetto ricevuto. «Con tutta la stima che ho per l’architetto Stefano Boeri, mi chiedo che senso abbia avuto il suo intervento - commenta Montanari - Il progetto di partenza era ottimo e si poteva fare quello senza perdere tempo. La ratio del commissario del Mose Elisabetta Spitz non l’ho capita, visto che il fattore tempo era così importante».
La cronistoria è nota: a inizio anno la Procuratoria di San Marco aveva redatto un progetto dell’architetto ( e procuratore) Mario Piana e dell’ingegner Daniele Rinaldo, che si erano appunto inventati le lastre di vetro. Ma quando a febbraio il progetto era stato presentato in Comitato tecnico-amministrativo del Provveditorato, Spitz disse che non le piaceva e diede allo Studio Stefano Boeri Interiors un incarico per «abbellirlo», inizialmente di 40 mila euro, poi divenuto gratuito. E giustificandolo, a posteriori, con quel parere di aprile dei due comitati dei Beni Culturali che, a suo dire, l’avrebbero
A luglio Il presidente del comitato: con le correzioni richieste lavori al via a luglio
"Rinaldo Non si è compreso che la funzione dell’opera è idraulica. Il leggio solo abbellisce
bocciato, chiedendo «una migliore definizione dei ritmi/ cadenze dei cosiddetti pilastrini di sostegno, sperimentando una più ottimale ripartizione dei moduli delle lastre di vetro rispetto alla struttura architettonica della Basilica».
Ma oggi è lo stesso Montanari a dare un’interpretazione autentica ben diversa di quel parere. «Il progetto andava sostanzialmente bene e quella era stata una raccomandazione - prosegue - Se il progetto fosse stato corretto con quei suggerimenti, i cantieri sarebbero potuti iniziare a luglio. E invece è stato mandato un altro progetto, peraltro incompiuto. Invece che un passo avanti, si è fatto un passo indietro. Si è rimessa in mare una nave che era a un passo dal porto». Mercoledì lo staff di Boeri si è difeso dicendo che quel progetto non è il loro, ma la cosiddetta «terza via», da loro mai vista e approvata, un mix tra la «firma» dell’archistar milanese – un leggio metallico con le informazioni sulla Basilica – e l’«ingegnerizzazione» dello stesso Rinaldo; aggiungendo poi che il leggio era stato alzato di 20 centimetri.
Rinaldo non ci sta però a finire nel tritacarne. «Il problema è che forse non si è compresa la funzione dell’opera, che è idraulica - dice - Il leggio è solo un abbellimento, che peraltro può piacere o no». Rinaldo ricorda inoltre con amarezza che proprio ieri, l’1 ottobre, sarebbe stato il giorno previsto per la conclusione dei lavori, se fossero appunto iniziati a luglio. «Da storico dell’arte dico che la Basilica di San Marco è già bella di suo e che non serviva creare un elemento che la abbellisse - prosegue Montanari - Anzi, più trasparenza c’è e meglio è». L’apertura da presidente arriva però sui tempi: «Siamo tutti consapevoli dell’urgenza della situazione e siamo pronti a riunirci in tempi rapidi quando ci verrà chiesto».