Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Bulli, l’allarme di Moraglia «Un’emergenza educativa»
Il patriarca sulle baby-gang: «Figli di “cattivi maestri” dei corpi sociali»
VENEZIA Se i giovanissimi sono annoiati, se hanno smarrito i valori morali, se si rifugiano nella violenza come unico stimolo non si può scaricare ogni colpa alle famiglie, perché i ragazzi non sono solo i figli dei loro genitori, ma di tutta la società in cui crescono. E’ il monito del patriarca Francesco Moraglia che per la prima volta interviene sul tema delle bande violente di giovani.
L’ombra delle baby gang è tornata ad allungarsi in città. La questura di Venezia sta preparando le denunce per i responsabili dell’aggressione avvenuta domenica notte ai danni di una coppia di turisti, a Santa Margherita, ma non è solo un problema di ordine pubblico. A sottolinearlo con forza è stato il patriarca ieri che è intervenuto con un richiamo alla responsabilità collettiva. Moraglia non esita a parlare di «emergenza educativa», guarda a un’intera «generazione adulta che ha rifiutato di diventare punto di riferimento»: «Da più parti - ribadisce il patriarca - giungono voci allarmate di pedagogisti, psicologi, sociologi, sacerdoti e genitori che, dai loro differenti punti di osservazione, rilevano nei giovani questura si preoccupa del reato, il patriarca delle cause sociali: «Il fatto di campo Santa Margherita si inserisce in una stagione segnata dalle vicende di Willy Monteiro e dall’omicidio dei giovani fidanzati leccesi Daniele ed Eleonora. Non sono stati compiuti da persone in età precoce, dobbiamo però domandarci quali modelli, quale formazione abbiano guidato la loro crescita - ricorda Moraglia - Come vescovo, come prete, provo sgomento e dolore. Siamo dinanzi a una forma di sordità: sembra che il male ci schiacci e, attraverso la risonanza mediatica, si propaghi offrendoci un macabro spettacolo di sangue. È un male che anestetizza e consegna a una facile rassegnazione». Ma il tema centrale sono i «cattivi maestri»: «Troppo spesso ci si dimentica che i giovani sono figli, oltre che della loro famiglia, anche di una stagione storica e delle scelte dei corpi sociali che li circondano. Grande danno è compiuto anche da chi abdica al ruolo di educatore o, ancora peggio, da parte di chi veicola idee e stili volti a favorire un individualismo materialista ed edonista, che reclama solo diritti e rifiuta ogni dovere». La critica sembra riguardare ogni ambito della società, educativo, culturale, politico: «Quante volte assistiamo a livello istituzionale e non solo a promesse disattese da parte di uomini e donne sempre pronti “per ogni stagione”».