Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Longo pestato da una coppia lui spara in aria
I due fidanzati hanno suonato il campanello del palazzo in centro a Padova, l’avvocato preso a calci e pugni. L’arresto dopo la fuga. Il mistero della donna che faceva il palo
PADOVA L’avvocato Piero Longo, uno dei legali di Berlusconi, è stato aggredito la notte scorsa nel portone d’ingresso della sua casa, in centro a Padova, da una coppia, poi arrestata. Mentre un’altra donna, che faceva il «palo» è stata denunciata. Lui ha reagito sparando in aria, ma è stato spinto a terra e pestato.
Un’aggressione violenta,
PADOVA del tutto paragonabile a una spedizione punitiva notturna ai danni di uno dei principi del foro italiani, che rimane avvolta in un profondo mistero.
L’avvocato Piero Longo, 76 anni compiuti lo scorso 29 giugno, a lungo legale di Silvio Berlusconi ed ex parlamentare di Forza Italia, è stato picchiato mercoledì sera nel cortile interno del palazzo dove vive in centro storico a Padova, non distante dalla Specola. Per difendersi, il legale avrebbe anche sparato in aria due colpi di pistola, un’arma legalmente detenuta e da cui raramente si separa. Per il violento pestaggio sono finiti in manette due fidanzati: Luca Zanon, trentino di Predazzo, elettricista di 49 anni, sportivo e maestro di sci, che da diversi anni lavora in città, e la compagna Silvia Maran, commercialista padovana di 47 anni, residente in un’abitazione di via Castelfidardo alla Sacra Famiglia. I due, incensurati, sono ora agli arresti domiciliari con l’accusa di lesioni aggravate: per entrambi è attesa l’udienza di convalida del fermo.
Con loro è stata indagata anche una padovana di 31 anni, considerata il «palo» della spedizione, che ha assistito alla scena dal cancello.
I motivi dell’aggressione sono ancora al vaglio degli agenti della squadra mobile, guidati dal vice-questore Carlo Pagano, che al momento non si sbilancia sul movente che starebbe alla base del pestaggio. Emerge tuttavia che, del trio che gli ha teso l’agguato, l’unica conosciuta personalmente dall’avvocato Longo fosse la donna più giovane, quella che è rimasta fuori a fare da palo. Gli investigatori stanno concentrando pertanto le indagini sulla sfera delle conoscenze personali del noto legale.
L’aggressione è avvenuta poco dopo le 23 di mercoledì. I tre si sono presentati al citofono dell’abitazione di Longo, un palazzo che si trova in una zona videosorvegliata, hanno suonato il campanello e hanno atteso che il legale scendesse. L’avvocato, che come è risaputo gira armato, cosa di cui non ha mai fatto mistero, li ha fatti accedere nell’androne, dove è iniziata la lite, prima verbale e poi fisica. Longo è stato picchiato con calci e pugni e, a detta di un testimone, la più aggressiva è stata proprio la Maran.
L’avvocato, sanguinante e con il volto tumefatto, avreb
be anche estratto l’arma, sparando due colpi in aria, circostanza questa ancora da chiarire. I due fidanzati e la terza donna se ne sono poi andati come se niente fosse: a immortalare la loro fuga sono state le telecamere di videosorveglianza.
Longo, che è stato soccorso e aiutato da un vicino di casa, ha chiamato il 113, con una volante che in pochi minuti è intervenuta. A breve distanza un’altra pattuglia ha bloccato e ammanettato i due fidanzati e identificato la 31enne, mentre il legale è stato portato in pronto soccorso, dove gli sono state medicate le ferite. La prima tac sarebbe negativa, ma l’avvocato è stato chiamato a fare ulteriori controlli medici. Nonostante il parere contrario dei dottori, il settantaseienne ex politico ha firmato per essere dimesso e già nella mattinata di ieri era a casa.
Il suo collega e allievo, l’avvocato e parlamentare Niccolò Ghedini, ieri ha annullato tutti gli impegni a Milano ed è rimasto in città, nello studio di via Altinate, da dove ha spiegato che «Piero (Longo, ndr) non aveva mai visto prima i suoi aggressori». Ghedini e Paola Rubini, legale che fa parte del celebre studio Ghedini-Longo, in mattinata hanno avuto un lungo colloquio con il procuratore capo di Padova Antonino Cappelleri, informato degli avvenimenti dal sostituto Roberto D’Angelo, che sta seguendo le indagini.
In serata è trapelato un dettaglio: come si diceva, Longo e la trentunenne considerata il «palo» in realtà si sarebbero già conosciuti in precedenza.
Restano comunque diversi gli aspetti oscuri della vicenda che sono ancora al vaglio degli agenti. Gli investigatori hanno subito escluso la matrice politica dell’aggressione e hanno forti dubbi anche sull’ipotesi inizialmente avanzata e riferita a questioni riguardanti la sfera professionale di Longo. Di certo c’è che il bersaglio non è stato scelto a caso e che sia Silvia Maran, sia Luca Zanon non sono «picchiatori » professionisti e non hanno alcun precedente di rilievo. Entrambi, al momento del pestaggio, erano lucidi: nessuno dei due era ubriaco o sotto l’effetto di droghe.