Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Civile, cresce il focolaio in Medicina
Contagiati sedici operatori e otto pazienti, ma il reparto dell’ospedale resta operativo
VENEZIA Sono 16 gli operatori sanitari positivi e otto i pazienti contagiati nel reparto di Medicina dell’ospedale Civile di Venezia. Ma nonostante il focolaio, le autorità sanitarie rassicurano. «L’attività del Reparto di Medicina prosegue, riorganizzata a seguito dei casi di positività fin qui accertati – spiega l’Usl 3 - sono agibili perché completamente sanificati, gli spazi dell’Unità Operativa. Continua il monitoraggio della situazione nel Reparto».
"Usl 3 L’attività è stata riorganizzata e tutti i locali sono stati sanificati
"
Pd Il Comune aiuti i medici di base con spazi per le vaccinazioni
VENEZIA Si allarga il focolaio divampato nel reparto di Medicina dell’ospedale Civile di Venezia. Sono 16 gli operatori sanitari positivi e otto i pazienti contagiati. Tutto è esploso giovedì, quando un paziente in via di dimissioni e pronto a essere trasferito in una struttura intermedia è stato sottoposto a tampone (il secondo, dopo che il primo effettuato per accedere al Civile aveva dato esito negativo).
Il secondo tampone ha rilevato la presenza del virus facendo scattare le indagini epidemiologi che de l l ’ Us l . L’azienda ha quindi scoperto che anche il suo compagno di stanza era contagiato, come un terzo paziente del reparto. Sono poi emerse anche le positività di tre operatori sanitari. Ieri, le indagini sono proseguite con tamponi a tappeto su personale e ospiti. E i positivi sono saliti a 24: sedici operatori e otto pazienti.
«L’attività del Reparto di Medicina prosegue, riorganizzata a seguito dei casi di positività fin qui accertati tra i degenti, tutti isolati, e tra gli operatori sanitari, avviati alla quarantena a domicilio – spiega l’Usl 3 - sono agibili perché completamente sanificati, gli spazi dell’Unità Operativa. Continua il monitoraggio della situazione nel Reparto».
Medicina, che conta poco più di 60 operatori, continua quindi a essere in funzione nonostante i lavoratori positivi siano in isolamento domiciliare.
Ieri, sul focolaio e l’andamento dell’epidemia, si sono confrontati sindacati e Usl 3: è stato infatti riaperto il tavolo che era stato attivato nei primi mesi dello scoppio dell’epidemia. «Siamo contenti che il tavolo sia stato riaperto, visto l’aumentare dei contagi è fondamentale fare lavoro di squadra – dice Daniele Giordano, Cgil – abbiamo chiesto un potenziamento degli organici (infermieri, oss, tecnici di laboratorio) perché siamo preoccupati della tenuta dei servizi. E abbiamo chiesto di attivare più controlli negli ambienti di lavoro privati per evitare ulteriori focolai».
L’andamento della curva dei contagi richiede infatti di monitorare diversi fronti. Se non preoccupano i tre dipendenti positivi all’Ospedale dell’Angelo (sarebbero casi scollegati che non hanno attivato cluster), l’attenzione è invece sempre alta nelle case di riposo. All’Ipab Mariutto di Mirano un ospite è risultato positivo. «E’ una persona che stava accedendo alla struttura e, come da protocollo, era quindi isolata rispetto agli altri ospiti – assicura il direttore Franco Iurlaro – aveva fatto il tampone prima di entrare ed era negativo. Il secondo ha però individuato la presenza del virus ma potrebbe trattarsi di un falso positivo». Il caso ha attivato le indagini epidemiologiche con i 26 operatori entrati in contatto con l’ospite che sono stati sottoposti a tampone: si attendono gli esiti. «Martedì – conclude Iurlaro – ci sarà poi la già prevista campagna di screening su tutti gli operatori e gli ospiti: circa 450 persone».
Intanto il virus continua a circolare. Ieri ci sono stati 38 nuovi casi che portano i positivi a 670. Sono invece 54 (+ 6) le persone ricoverate delle quali sei in terapia intensiva. Ieri c’è poi stato un nuovo decesso, è il numero 330 in provincia dall’inizio della pandemia.
La curva epidemiologica sta salendo e quest’anno sarà quindi fondamentale la campagna anti-influenzale per consentire ai medici di individuare più facilmente il covid. «I medici di base sono già oberati dalle richieste di vaccini antinfluenzali – sottolinea la segreteria del Pd veneziano - Per ridurre al minimo i disagi chiediamo che Sindaco e amministrazione intervengano ad esempio assegnando alla protezione civile il compito di allestire tendoni per rendere l’attesa meno gravosa nei pressi degli studi medici e magari garantire che non ci siano assembramenti».