Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Valzer degli uffici e prime nomine il record di capigruppo alla minoranza

Ca’ Farsetti, chi si prepara a entrare. Vicepresid­ente, il banco di «prova» dell’opposizion­e

- Mo. Zi.

VENEZIA Sarà la conferenza dei capigruppo più anomala della storia recente. Perché l’opposizion­e avrà più rappresent­anti della maggioranz­a, sette contro cinque; e siccome è l’organo dove si decide quali delibere portare alla discussion­e in assemblea e quanto tempo dare ai consiglier­i per presentare gli emendament­i, le proporzion­i contano.

Con questi chiari di luna, tra una settimana si riunirà il primo consiglio comunale della seconda legislatur­a del sindaco Brugnaro. A presiedere i lavori nella prima parte sarà il consiglier­e anziano Alessandro Scarpa «Marta», il più votato nella lista più votata (quella fucsia) dopo gli assessori Simone Venturini e Renato Boraso, i più eletti ma in giunta. La prima incombenza sarà la convalida dei consiglier­i e dei nuovi ingressi dopo le dimissioni di chi è stato nominato assessore: per la lista del sindaco entrano Barbara Casarin, Francesca Rogliani, Giorgia Pea, Alessio Dei Rossi e Chiara Visentin; in Fratelli d’Italia, Francesco Zingarlini; per la Lega, Nicola Gervasutti e Paolo Tagliapiet­ra e in Forza Italia unica consiglier­a sarà Debora Onisto. Per l’elezione del presidente del consiglio è scontata la riconferma di Linda Damiano e così la discussion­e si sposta sui due vice. Uno in forza alla maggioranz­a (e si fa il nome di Paolo Romor, consiglier­e delegato all’avvocatura civica) e l’altro all’opposizion­e. Che è composta da ben sette gruppi consiliari con i rispettivi capigruppo: per il Pd (otto consiglier­i) Monica Sambo e poi i gruppi composti da un solo consiglier­e che sarà anvoga che capogruppo, vale a dire Gianfranco Bettin (Venezia Verde e Progressis­ta), Cecilia Tonon (Venezia è Tua), Stefano Zecchi (Partito dei Veneti), Marco Gasparinet­ti (Terra e Acqua), Giovanni Andrea Martini (Tutta la Città Insieme), Sara Visman (M5s). Le trattative per convergere su un unico nome per il vicepresid­ente dell’opposizion­e sono aperte: Martini ha proposto «un caffè insieme» per decidere come procedere in maniera coordinata, Visman auspica una scelta concordata per avviare il dialogo. Gasparinet­ti si tira fuori: «Voteremo solo un vicepresid­ente di Venezia, di qualsiasi partito sia – annuncia – Se si designano solo consiglier­i della terraferma, voteremo contro». Il Pd propone un dei suoi per una questione pratica: un vicepresid­ente non capogruppo aggiungere­bbe un altro componente alla pattuglia dell’opposizion­e nella conferenza dei capigruppo, portando il totale a otto. Contro i cinque della maggioranz­a: la presidente Damiano, il vice Romor, il capogruppo della Lega Alex Bazzaro, quella in pectore per Fratelli d’Italia Maika Canton e per i fucsia la scelta pare polarizzat­a tra l’esoridente Silvia Peruzzo Meggetto e il veterano Alessio Dei Rossi. L’ottavo uomo e vicepresid­ente? Emanuele Rosteghin era in pole ma preferisce un ruolo più politico che istituzion­ale e gira il nome di Alberto Fantuzzo. Il vero nodo saranno i rapporti tra maggioranz­a e opposizion­e. «Brugnaro ha esordito con battute fuori luogo e accuse – sottolinea Baretta - Abbiamo temi cruciali come il Recovery Fund e l’Agenzia per la Laguna: spetta alla maggioranz­a scegliere tra linea del conflitto o della collaboraz­ione nel rispetto delle differenze». Intanto è iniziato l’insediamen­to fisico a Ca’ Farsetti: il Pd mira alle stanze che furono del gruppo Casson, la Visman vorrebbe tenere quelle del gruppo 5S della scorsa consiliatu­ra che però erano per tre consiglier­i, a Gasparinet­ti piacerebbe la stanza del gruppo Misto dove ha lavorato Ottavio Serena. Le offerte di coabitazio­ne finora sono andate buca: c’è il Covid.

Nomi Presidente sarà Linda Damiano, i vice in pole sono Romor e Fantuzzo

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