Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Gli enti locali «Il progetto di legge ormai è decaduto»

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Una breve discussion­e davanti ai giudici del Tar ieri ha concluso il percorso del ricorso sul referendum per la separazion­e tenuto lo scorso 1° dicembre e non andato a buon fine per mancanza del quorum. Che non doveva esserci, secondo l’avvocato autonomist­a Marco Sitran, che ieri ha esposto le sue ragioni chiedendo nell’ordine: di rifare il referendum, i danni alla Regione e l’annullamen­to della delibera del Consiglio regionale che, prendendo atto del 22% scarso di votanti, non aveva dato seguito al progetto di legge di iniziativa popolare per dividere Venezia e Mestre in due Comuni. Regione, Comune e Città Metropolit­ana hanno ribadito le loro ragioni: il progetto di legge presentato nel 2014 (prima giunta Zaia) e riproposto nel 2015 (seconda giunta Zaia) ha esaurito la sua efficacia secondo le norme regionali, quindi non resta in piedi nella terza giunta Zaia e dunque il referendum non si può ripetere. A meno di non attendere dieci anni e fare un’altra raccolta firme. Quanto alla decisione del consiglio regionale di non considerar­e valido l’esito a fronte di una minoranza di votanti e di «Sì» è politica, dunque non appellabil­e al Tar, hanno argomentat­o gli enti. La sentenza e le motivazion­i dei giudici sono attesi per il mese prossimo. Oggi al tribunale civile l’udienza nella quale Marco Sitran e Gian Angelo Bellati chiedono i danni al sindaco per averli chiamati «sfigati». (mo.zi.)

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