Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Il Comune chiude il bar per il bagno, il Tar lo riapre «Ultimi giorni di incassi in una stagione disgraziat­a»

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Il «pugno duro» del Comune di Venezia era arrivato un mese fa nei confronti del Crazy Bar in Fondamenta dell’Osmarin, vicino al ponte dei Greci. I titolari avevano infatti voluto ampliare il locale unendolo a un vicino negozio, anche per poter meglio rispettare le regole del Covid sul distanziam­ento sociale. E ora proprio a causa del virus e dei suoi disastrosi effetti sul fatturato, almeno hanno ottenuto dal Tar di poter rimanere aperti per un paio di settimane, forse tra le ultime di quest’anno per poter un po’ raddrizzar­e gli incassi.

Gli uffici tecnici di Ca’ Farsetti avevano infatti avuto da ridire sulla Scia presentata dai proprietar­i del bar: da un lato perché ritenuta carente sugli scarichi reflui, dall’altro perché non era stato realizzato l’antibagno dedicato al personale e separato dai servizi pubblici, come previsto dal regolament­o edilizio. Per questo l’11 settembre il Comune aveva revocato la Scia e negato l’agibilità al locale, che si è subito rivolto all’avvocato Alfredo Bianchini per il ricorso. Il legale ha puntato intanto a ottenere una sospensiva «fuori udienza», convincend­o il presidente della seconda sezione che il bar non sarebbe potuto rimanere chiuso fino al 22 ottobre (data della prima udienza disponibil­e), proprio perché avrebbe perso «gli ultimi giorni preziosi per l’attività dopo l’anno disgraziat­o che tutti conosciamo», «un colpo di grazia per le avvisaglie di ripresa». Nel ricorso si ricordava che a rischio c’erano 9 dipendenti, dopo che il fatturato era crollato dai 400 mila euro del 2019 ai 5 mila nei primi sei mesi dell’anno. (a. zo.)

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