Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Prime multe a due studenti Scuole, piazze e autobus sorvegliati speciali
A Bassano le sanzioni. Anci: «Collaboriamo tutti per uscire dall’emergenza»
VENEZIA Controlli sì, ma mirati. Nelle piazze della movida, alle fermate dei bus e davanti alle scuole. Ed è proprio prima del suono della campanella di ingresso in classe che ieri due studenti di 16 anni sono stati fermati perché senza mascherina e i loro genitori, subito convocati al comando dei vigili, ora dovranno pagare 400 euro di multa a testa. È successo a Bassano del Grappa, al Centro studi dove ogni giorno arrivano circa seimila giovani. E non si può tacciare la polizia locale di eccesso di zelo: i due giovedì erano già stati redarguiti. Ma la reprimenda evidentemente non è bastata, ieri erano ancora senza mascherina in mezzo a un gruppo di compagni di scuola, che invece la indossavano. E sono scattate le contravvenzioni.
In questi giorni, i Comitati
Prefetture e Comuni individuano i luoghi più a rischio dove aumentare la sorveglianza
"Conte Non si porta la mascherina contro le multe è un atto di rispetto verso i più deboli
"Cafagna L’obbligo ci facilita il lavoro monitoreremo con più attenzione i luoghi a rischio
per l’ ordine e la sicurezza pubblica, convocati in tutti i capoluoghi di provincia all’indomani della scelta romana di irrigidirei provvedimenti anti-Covid, hanno deciso di circoscrivere il loro campo d’azione a quelle zone più a rischio contagio delle nostre città. Ossia, i luoghi della movida, l’ingresso e l’uscita dalle scuole e le fermate dei mezzi pubblici dove si concentrano studenti e pendolari come piazzale Boschetti a Padova, piazzale Roma a Venezia, piazza Cittadella a Verona o il Centro studi di Bassano, dove si sono registrate le due multe per violazione dell’obbligo di portare sempre la mascherina.
«Ci siamo riuniti questa mattina (ieri, ndr) con le forze dell’ordine, il sindaco, il presidente della Provincia e il direttore generale dell’Usl Scaligera – premette Donato Cafagna, prefetto di Verona – c’è da dire che con l’obbligo di mascherina il nostro lavoro è diventato più semplice». A sentire Cafagna, dai primi monitoraggi sul campo, al momento, non si sono notati comportamenti scorretti, se non tra i turisti trovati a passeggiare nelle vie del centro e sul lungolago del Garda a volto scoperto: «Gli stranieri non sono informati della novità, provvederemo a farlo». Con 39 scuole sotto stretto controllo da parte dell’Usl e una movida da mesi sotto i riflettori perché troppo vivace, meglio non abbassare la guardia: «Ci concentreremo davanti agli istituti, nelle piazze e appunto alle fermate dei mezzi pubblici – continua – nei prossimi giorni abbiamo un bel test con “Hostaria” (festival del vino con degustazioni limitate in tre piazze e a numero chiuso, ndr) ».
A Verona, come del resto in tutto il Veneto, per ora è stata scelta la linea soft, della prevenzione e informazione. Che non vuole dire non elevare contravvenzioni a chi si comporta male: «L’obiettivo primario è far rispettare le regole per la sicurezza di tutti», sottolinea Vittorio Zappalorto, prefetto di Venezia. Dove sono stati individuati i luoghi più a rischio, specie in orario serale, per il rito collettivo dell’aperitivo. «In Provincia Mira, Mirano, San Donà di Piave e Chioggia – dice – a Venezia campo Santa Margherita, Erbaria e Ormesini, in terraferma, il centro di Mestre».
Sciogliere assembramenti, però, non è sempre semplice. Spesso gli operatori sono pochi per intervenire con il pugno di ferro di fronte a due o trecento giovani, magari preda dei fumi dell’alcol. Lo hanno fatto notare gli agenti di Treviso nei giorni scorsi - «Non abbiamo numeri adeguati per fare quanto chiede Roma», hanno protestato - e lo ribadisce Zappalorto: «Gli interventi vanno fatti con intelligenza, non si possono creare situazioni potenzialmente pericolose. Ci vuole responsabilità e collaborazione da parte dei cittadini, anche perché il Covid non è una novità». Tutti dovrebbero cioè conoscere le regole per minimizzare il contagio e, fa notare Renato Franceschelli, prefetto di Padova, «è da febbraio che effettuiamo controlli, ora sono solo cambiati gli importi delle sanzioni per chi viola le regole».
I Comuni, che in tempi preCovid non sempre avevano rapporti idilliaci con le prefetture, oggi, di contro, sposano tutte le loro decisioni. «Ci vuole collaborazione per superare l’emergenza - dice il presidente di Anci Veneto Mario Conte - È fondamentale far capire a tutti che portare la mascherina è un atto di amore e rispetto verso i più deboli». A Treviso, dove Conte è sindaco, a settembre alcuni giovani, assembrati e senza mascherina, sono stati multati: «Non deve passare il messaggio che ci si può comportare come si vuole», precisa.