Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Cruise, il film è un focolaio
Positivi 4 americani dello staff e otto comparse italiane Si studia un piano di test rapidi per riprendere a girare
Salgono a 16 i positivi sul set di Mission impossible, il film con Tom Cruise. Sono otto comparse e 4 membri della troupe. E non è finita, altri test in corso.
Non c’è tregua per la «mission impossible» di Tom Cruise a Venezia: il numero dei positivi al Covid è cresciuto a dodici. Dalle ultime indagini svolte da un laboratorio d’analisi privato di Monastier cui si è rivolta la produzione, i positivi sono raddoppiati.
I dodici casi individuati si dividono in otto italiani, nel gruppo delle comparse e quattro americani dell’organizzazione. Anche se in campo San Giacomo dell’Orio, primo set delle riprese del settimo episodio della saga, l’altro ieri sono stati rimossi tutti i cavi elettrici e le potenti luci a led e sono spariti tutti i tecnici, la produzione non si è fermata. Si sta infatti stilando un piano per riuscire a testare tutti i componenti della troupe entro la giornata di oggi, imponendo quindi uno stop temporaneo delle riprese per tornare a provare sul set domani. Non è nemmeno scontato che si torni a girare in Campo San Giacomo dell’Orio: i troppi assembramenti visti martedì e mercoledì, quando Tom si è concesso nei panni dell’agente Ethan Hunt a saluti e selfie (sempre distanziati) con i fan mentre provava i salti da una barca all’altra che hanno fatto il giro dei social, potrebbero portare a un cambio della sceneggiatura, magari scegliendo di anticipare scene in altri luoghi per lavorare indisturbati.
I protocolli messi in atto sono stati da subito molto rigidi, con test fatti direttamente in campo San Giacomo dell’Orio sotto un tendone e, per tutti i componenti, un «qr code» da scannerizzare per compilare un questionario al fine di monitorare lo stato di salute di chi mettesse piede sul set. Il piano di «testing» non riguarda solo la troupe ma è esteso a tutti coloro con i quali la produzione entra in contatto. Nei giorni delle riprese infatti hanno fatto tamponi al personale in servizio a palazzo Franchetti e nei luoghi della Fondazione Levi, dove la produzione ha il quartier generale oltre alle Tese all’Arsenale. Palazzo Franchetti, vicino al ponte dell’Accademia, nello specifico è stato scelto per le prove delle comparse che da copione dovranno prendere parte al ballo che si girerà a Palazzo Ducale.
La produzione ha invece occupato primo e secondo piano della Fondazione Levi: con spazi affittati per ben due mesi, il cuore del quartier generale è frequentato da diverse persone disciplinate da un covid manager, che ha imposto l’utilizzo di mascherine ffp2 negli spazi chiusi e disegnato un percorso con ingressi separati rispetto alla Fondazione e organizzato gli spazi in modo che si mantenga sempre una distanza di 2 metri. La troupe, inoltre, è sottoposta di routine a tamponi due volte la settimana.
Continua quindi il déjà-vu della missione impossibile: anche lo scorso marzo l’emergenza sanitaria aveva imposto uno stop alla produzione veneziana, allora senza casi. Erano stati smontati in un lampo i set allestiti all’interno del Conservatorio Benedetto Marcello e sul tetto dell’hotel Gritti, ma Tom non aveva mai raggiunto la città. La star americana, 58 anni compiuti, alloggia ora al Gritti dove è stato visto nei giorni scorsi entrare e uscire per raggiungere in taxi il set, senza mai togliere la spessa mascherina nera. Anche di fronte a un aumento dei casi positivi, la casa di produzione (Paramount Pictures) non ha dato comunicazioni ufficiali. Silenzio totale. Solo Hayley Atwell, attrice protagonista di inseguimenti spericolati in auto di fianco a Tom, ha postato qualche selfie in abito plissettato: che sia quello che sfoggerà al ballo a palazzo Ducale?