Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Giornalista trevigiano aggredito in diretta tv
TREVISO È il trevigiano Paolo Fratter, il giornalista aggredito l’altra sera a Napoli mentre raccontava in diretta televisiva le proteste seguite alle nuove restrizioni imposte dal governatore Vincenzo De Luca. Lui e gli operatori Fabio Giulianelli e Vincenzo Trieste sono riusciti a mettersi in salvo e ora stanno bene.
Originario di Paese, 45 anni, un passato ad Antenna Tre Nordest - tivù locale con sede a Sede di San Biagio di Callalta - nel 2003 Fratter è passato a Sky come inviato ma anche come conduttore dei telegiornali, diventando negli anni uno dei mezzibusti più popolari. Ora si trova a Napoli da ormai due settimane, per raccontare l’emergenza Covid in Campania e i diversi cortei che negli ultimi giorni si sono susseguiti per contestare le scelte del presidente. «Anche questa sembrava una manifestazione come le altre - racconta Fratter - ma le strade si sono riempite rapidamente. Più si moltiplicavano le dirette sui social, più aumentavano i partecipanti. È apparsa subito come una protesta disordinata e sul lungomare sono iniziati gli scontri con la polizia, con le immagini che tutti abbiamo visto nei telegiornali».
Fratter era collegato in diretta quando alcuni manifestanti l’hanno prima insultato, tentando di portargli via il microfono, e poi colpito fino a spingerlo sul cofano di un’auto. «La situazione è degenerata. Siamo fuggiti verso il palazzo della Regione e loro ci hanno rincorso lanciandoci sassi e bottiglie. Quando pensavamo di essere al sicuro, abbiamo incrociato un altro gruppo di manifestanti che ha tentato di strapparci la telecamera. Per fortuna siamo riusciti a metterci in salvo». I motivi dell’aggressione? «Una parte dei contestatori - spiega Fratter - ha un approccio negazionista e i giornalisti vengono visti come “megafono” di chi invece denuncia la pericolosità del virus».