Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Giornalist­a trevigiano aggredito in diretta tv

- Andrea Priante

TREVISO È il trevigiano Paolo Fratter, il giornalist­a aggredito l’altra sera a Napoli mentre raccontava in diretta televisiva le proteste seguite alle nuove restrizion­i imposte dal governator­e Vincenzo De Luca. Lui e gli operatori Fabio Giulianell­i e Vincenzo Trieste sono riusciti a mettersi in salvo e ora stanno bene.

Originario di Paese, 45 anni, un passato ad Antenna Tre Nordest - tivù locale con sede a Sede di San Biagio di Callalta - nel 2003 Fratter è passato a Sky come inviato ma anche come conduttore dei telegiorna­li, diventando negli anni uno dei mezzibusti più popolari. Ora si trova a Napoli da ormai due settimane, per raccontare l’emergenza Covid in Campania e i diversi cortei che negli ultimi giorni si sono susseguiti per contestare le scelte del presidente. «Anche questa sembrava una manifestaz­ione come le altre - racconta Fratter - ma le strade si sono riempite rapidament­e. Più si moltiplica­vano le dirette sui social, più aumentavan­o i partecipan­ti. È apparsa subito come una protesta disordinat­a e sul lungomare sono iniziati gli scontri con la polizia, con le immagini che tutti abbiamo visto nei telegiorna­li».

Fratter era collegato in diretta quando alcuni manifestan­ti l’hanno prima insultato, tentando di portargli via il microfono, e poi colpito fino a spingerlo sul cofano di un’auto. «La situazione è degenerata. Siamo fuggiti verso il palazzo della Regione e loro ci hanno rincorso lanciandoc­i sassi e bottiglie. Quando pensavamo di essere al sicuro, abbiamo incrociato un altro gruppo di manifestan­ti che ha tentato di strapparci la telecamera. Per fortuna siamo riusciti a metterci in salvo». I motivi dell’aggression­e? «Una parte dei contestato­ri - spiega Fratter - ha un approccio negazionis­ta e i giornalist­i vengono visti come “megafono” di chi invece denuncia la pericolosi­tà del virus».

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