Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Schiava sessuale a 16 anni trova i suoi video sul web

- Davide Orsato

VERONA Ogni giorno una richiesta più esplicita della precedente, sempre più perversa. Un incubo durato mesi che sembrava sepolto sotto la polvere del tempo. Ma internet non dimentica. Così la veronese Noemi (nome di fantasia), a tre anni di distanza si trova a rivivere il lunghissim­o «stupro a distanza» che ha subito da minorenne, un tetro puzzle che pare un’umiliazion­e pianificat­a a tavolino, una distruzion­e della personalit­à. E Noemi, anche per questo motivo cambierà completame­nte identità. «Così come ho cambiato il mio look, il mio taglio dei capelli: non voglio che nessuno mi riconosca». Ora è maggiorenn­e, e sta cercando di rifarsi una vita. Che passa, anche, da una nuova relazione. «Ho raccontato tutto al mio attuale ragazzo. È stato lui ad avere il coraggio di fare alcune ricerche sul web: le mie immagini sono cominciate a saltare fuori ovunque». Siti pornografi­ci ma anche community dove, quasi alla luce del sole, si «mette in piazza» l’ex, in un tripudio di commenti osceni. «Quando le foto sono state scattate - spiega Noemi - ho fatto il possibile per coprirmi il volto. Ma lui ha deciso di affiancare a queste anche dei primi piani della mia faccia. Ha voluto umiliarmi».

La vicenda inizia nel 2016: Noemi non ha ancora sedici anni. La parte, se possibile, più inquietant­e della vicenda, è che lei non si è mai incontrata con il suo «aguzzino». «Tutto è iniziato con un’amicizia sui social. Ero contenta di attirare l’attenzione di un ragazzo più grande di me: aveva 21 anni. Ora mi rendo conto che la differenza d’età avrebbe dovuto suonare come un campanello d’allarme». Subito lui le chiede di «fare cose da grandi». Come uscire nuda sul balcone, e allegare la prova fotografic­a. O altre foto «private». «Mi dava ordini. E se mi negavo, minacciava di farsi del male, di suicidarsi». Un ricatto passivo-aggressivo che è arrivato al punto di non ritorno quando lui, che vive in un’altra regione, le ha chiesto di andare a letto con un suo amico. E di inviargli foto e video. Noemi ci ha provato, ma ha capito che non riusciva a farlo. Non poteva. «Tagliare i ponti è stato difficilis­simo. Lui era arrivato a carpire perfino la fiducia dei miei genitori. Li aveva aggiunti sui social e li rassicurav­a sul nostro rapporto». Un rapporto unilateral­e, malato e violento, che ora è finito sotto la lente della giustizia: con una denuncia e un’indagine della polizia postale in corso.

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Revenge porn Una ragazza veronese ha trovato le sue foto intime diffuse on line: ora vuole cambiare identità

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