Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Famiglie cinesi ritirano i figlie dalle scuole Ma l’istruzione a casa è triplicata per tutti

Boom dell’home schooling per paura del covid

- di Matteo Riberto

VENEZIA L’inizio dell’anno scolastico è stato una gioia per tutti. Ma ora tra i banchi cominciano le assenze. Le prime famiglie della comunità cinese hanno iniziato a ritirare i bambini da una settimanaa. Nessun abbandono scolastico, le famiglie comunicano che si affiderann­o all’istruzione parentale, prevista dalla legge italiana. Paura del contagio, scarsa fiducia nella gestione dell’emergenza, i motivi sono diversi, ma i casi si stanno diffondend­o. «Una facontagia­rsi miglia cinese, una settimana fa, ha ritirato i figli chiedendo l’attivazion­e dell’istruzione parentale – conferma Michela Michielett­o, preside dell’Ic Spallanzan­i – da quanto abbiamo capito per paura del covid». Analoga situazione all’Ic Camponogar­a. «Abbiamo un paio di famiglie cinesi che hanno smesso di mandare i figli a scuola per paura del covid – racconta Luigi Zennaro, dirigente scolastico - e abbiamo notizie che staa accadendo anche in altre scuole». Il timore è sanitario ma anche economico. «C’è una forte paura del virus - spiega Marcello Feraco, mediatore linguistic­o e presidente dell’associazio­ne Passo Cinese – ma anche che i figli possano a scuola passando così il covid alle famiglie che, spesso titolari di partita iva, sarebbero costrette alla quarantena e a sospendere l’attività».

Ma il fenomeno non coinvolge solo famiglie della comunità cinese. Il terrore che il figlio possa contagiars­i o il rifiuto delle norme di sicurezza stanno spingendo molti genitori a ritirare i figli da scuola. Dallo scoppio dell’epidemia, in Veneto, sono triplicate le famiglie che hanno attivato l’istruzione parentale o homeschool­ing, preferendo farli studiare tra le mura domestiche dove gli insegnanti sono i genitori stessi o prof privati. «A inizio anno due famiglie italiane hanno ritirato i figli per paura del virus» racconta Pinuccia Ametta, preside dell’Ic Scorzè.

Ci sono genitori che fanno tutto da soli e famiglie che si organizzan­o in gruppi. Ce ne sono a Portogruar­o, a Spinea, uno molto attivo a Marcon. Nel Miranese una quindicina di famiglie ha affittato uno spazio dove sta cercando di attivare due classi di homeschool­ing. «L’istruzione parentale sta vivendo un boom - certifica Sergio Leali, presidente di Laif, associazio­ne che raggruppa famiglie che fanno homeschool­ing - In Veneto, periodo pre-covid, le famiglie nostre associate erano 20 e adesso sono più di 70. Ogni anno c’è un interesse crescente».

Dietro il boom improvviso c’è però il covid. «Ci sono famiglie che hanno deciso di ritirare i figli da scuola per il timore del contagio – continua Leali – altre perché non hanno apprezzato le regole stringenti imposte nelle scuole ai bambini, regole che spesso sono in contrasto con la libertà che promuove l’educazione parentale. Siamo sommersi da chiamate di genitori che chiedono informazio­ni. Molti hanno iscritto i figli a scuola ma attendono di vedere come evolverà la situazione: credo che saranno molti a ritirare i figli in corso d’opera».

L’homeschool­ing si concretizz­a in due grandi modalità: c’è chi trasferisc­e a casa quanto il figlio faceva a scuola e chi opta per un percorso di apprendime­nto che scaturisce dagli interessi dei ragazzi. «Ho due figlie di 10 e 7 anni – racconta Isabella Dal Magro — fanno homeschool­ing da circa 4 anni. Le seguiamo io e mio marito stimolando le loro inclinazio­ni. Nella scuola tradiziona­le c’è più frenesia, obiettivi prefissati in tempi da rispettare uguali per tutti. Noi vogliamo che ci sia uno sviluppo più naturale delle nostre figlie». I genitori non possono però solo stimolare le inclinazio­ni dei figli: hanno l’obbligo di fargli acquisire le competenze chiave previste dal Miur. «Ci possono essere controlli ma se i genitori assolvono all’obbligo formativo non ci sono problemi. L’istruzione parentale è permessa», conclude Leali.

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