Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Orari flessibili e disconness­ione Intesa sullo smartworki­ng

Non solo emergenza: Marchon firma l’accordo con i sindacati

- Maria Paola Scaramuzza

BELLUNO Lo smartworki­ng, quello vero. Qui, tra i designer e gli addetti al prodotto di Marchon, hanno fatto sul serio. Con un accordo sindacale, con orario flessibile, tempo lavoro stimato a progetto, buono pasto confermato e diritto alla disconness­ione, messi nero su bianco.

Nella sede italiana del gruppo americano dell’occhialeri­a, a Puos d’Alpago, nel Bellunese, 150 dipendenti, si è mutata l’emergenza del lockdown in reale opportunit­à, dopo un lungo periodo di emergenza e sperimenta­zione. «Si tratta di un accordo innovativo, differente da l telel a voro o da l l ’ homeworkin­g. L’accordo in Marchon ha già molti elementi attraverso cui si instaura un rapporto di fiducia diverso: tu dipendente devi portare un risultato, nel luogo di lavoro che ti è più proprio -, dice per la Filctem Cgil Denise Casanova - un risultato a cui siamo arrivati con la contrattaz­ione e l’appoggio di una normativa fiscale diversa, che in certi casi ha raddoppiat­o gli importi senza tassazione come ad esempio per il buono pasto».

Un risultato che, conferma l’azienda, si è raggiunto in un clima collaborat­ivo dai molteplici vantaggi. Dietro a tutto, una domanda: perché limitare all’emergenza la sperimenta­zione sullo smartworki­ng? E così, anche oggi che gli uffici devono continuare ad essere decongesti­onati, tutti i settori impiegatiz­i, amministra­tivi e di design, gestione del prodotto, marketing o merchandis­ing dislocati tra Puos d’Alpago e Treviso, hanno a disposizio­ne su richiesta volontaria un massimo di tre giorni a settimana e di dodici al mese per lavorare in smartworki­ng, connessi o reperibili al telefono all’incirca per la durata della giornata lavorativa (ore 9-17), con diritto alla disconness­ione tra le 20 e le 7. Il buono pasto non si è modificato di una virgola, il computer è fornito dall’azienda come gli obiettivi, identifica­ti a progetto. Una trasformaz­ione che ha implicato lo spostament­o dell’80% delle riunioni su piattaform­e on line – con, si dice, ampio guadagno di tempo – e un sistema di formazione continua tutt’ora in aggiorname­nto. Dal corso su come gestire il rapporto tra colleghi dentro e fuori sede, all’uso delle giuste posture ergonomich­e. Poco importa si tratti della sedia dell’ufficio, della panchina del parco o del comodo divano di casa.

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La sede italiana della Marchon a Puos d’Alpago

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