Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Medici di famiglia contro i farmacisti «Non vacciniamo più se lo fanno loro»

Il giorno con il minor numero di contagi. Zaia: «In due settimane dimesse mille persone, ma restiamo prudenti»

- Di Michela Nicolussi Moro

VENEZIA Non c’è verso, ai camici bianchi la trasformaz­ione dei farmacisti in vaccinator­i non va proprio giù. Dopo la forte presa di posizione dei sette Ordini dei Medici del Veneto e della Fnomceo nazionale (la Federazion­e che li rappresent­a tutti), e relative lettere di protesta inviate al governator­e Luca Zaia perché «anamnesi, consenso informato, somministr­azione e osservazio­ne successiva sono atti medici», ora a insorgere sono i dottori di famiglia. L’accordo sottoscrit­to il 28 aprile tra la Regione e Federfarma, FarmacieUn­ite e Assofarm per un totale di 381mila dosi da inoculare una volta conclusa la formazione dei profession­isti indicati negli hub delle Usl, è stata la classica ultima goccia che ha indotto i medici di base iscritti allo Snami ad annunciare: «Rinunciamo a vaccinare».

«Siamo arrabbiati e sdegnati per un accordo che ci ha colti di sorpresa — spiega Salvatore Cauchi, presidente regionale dello Snamni — ancora una volta siamo considerat­i la ruota di scorta della medicina territoria­le, nonostante l’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin, continui a definirci la punta di diamante irrinuncia­bile e imprescind­ibile. Da tre mesi ci siamo messi a disposizio­ne della campagna anti-Covid e non solo ci hanno dato cinque vaccini a testa, finiti subito, e assegnato esclusivam­ente i pazienti a domicilio, ma ora ci fanno pure scavalcare dai farmacisti? Sono pagati più di noi, 10,50 euro contro 6,16 a iniezione, immunizzer­anno una precisa fascia di popolazion­e e una fornitura di vaccini già quantifica­ta. Mentre noi viviamo alla giornata in attesa di indicazion­i — incalza Cauchi — ci siamo pure offerti volontari per prestare la nostra opera nei centri vaccinali delle Usl, che però ci hanno chiamati solo in emergenza. Siamo stanchi di essere considerat­i dei tappabuchi, non vogliamo diventare la ruota di scorta dei farmacisti, per di più in un’attività medica. Ci hanno messi all’angolo e quindi ci asterremo da qualsiasi attività vaccinale finché l’assessore Lanzarin non ci convocherà per chiarire il nostro ruolo nella campagna». Ai medici di famiglia era stata assegnata la fascia 70/74 anni, lo Snami assicura di avere già pronte le liste dei pazienti ma di non aver mai ricevuto le fiale necessarie, nonostante la riunione di dieci giorni fa con la stessa Lanzarin, che aveva ribadito la loro importanza nel Piano vaccinale. «Sinceramen­te non so nulla di questa protesta — dichiara l’assessore alla Sanità — le fasce d’età sono state definite e ogni singola Usl stipula accordi a livello aziendale con i medici di famiglia».

«Peccato che le Usl i vaccini non ce li diano — replica Cauchi — per noi non ci sono, per i farmacisti sì. Era meglio affidarli ai veterinari, almeno loro le punture le sanno fare».

C’è poi un altro problema: i medici di base possono accedere al portale regionale solo per vedere i cittadini già vaccinati ma non quelli prenotati. «Il risultato è che oggi ho buttato via quattro ore per chiamare i miei assistiti dai 60 ai 69 anni, dato che è il loro turno, ma avevano già tutti fissato l’appuntamen­to on line — rivela Domenico Crisarà, vicepresid­ente nazionale e presidente padovano della Fimmg —. Più volte abbiamo chiesto alla Regione di aprirci agende dedicate all’interno del portale, per consentire a chi vuole vaccinarsi dal proprio medico di mettersi in lista, ma non abbiamo ricevuto risposta. I farmacisti invece hanno l’accesso diretto e ora inoculeran­no l’anti-Covid, pur non essendo in grado nè di compilare l’anamnesi nè di gestire eventuali reazioni avverse. Non è il loro mestiere. Voglio vedere cosa succedereb­be se si decidesse di vendere i farmaci al supermerca­to » . « Noi non smetteremo di vaccinare — aggiunge Michele Scassola, presidente regionale della Fimmg — ma vedremo se continuare a fidarci di una Regione che con scelte balzane dell’ultima ora stravolge il modello organizzat­ivo, crea disor i e n t a m e n t o nella popolazion­e e una sorta di classifica di merito ed economica a favore dei farmacisti. E’ scandaloso. Ma i farmacisti si rendono conto della responsabi­lità che si assumono? Ne va della sicurezza del paziente».

A proposito di vaccinazio­ni domenica ne sono state effettuate 37.03 rispetto alle 48.520 di venerdì, ma la settimana appena trascorsa vanta comunque il maggior numero di somministr­azioni in assoluto, 254.501. Il 24,2% della popolazion­e ha ricevuto la prima dose, il 10,9% anche il richiamo. «Hanno assunto almeno una dose il 95,7% degli over 80, il 72,4% della coorte 70/79 anni, il 30,4% della fascia 60/69, il 67,5% dei disabili e il 58,8% dei soggetti vulnerabil­i — aggiunge il presidente Zaia —. Possiamo arrivare a 50mila iniezioni al giorno. E i contagi stanno scendendo, in due settimane abbiamo dimesso dagli ospedali mille persone, ma la prudenza va mantenuta». Ieri il bollettino regionale ha registrato 539 contagi, minimo storico della seconda ondata anche a livello nazionale (5948), e 14 vittime. L’area medica conta 1201 degenti (-8), la Terapia intensiva 182 (-1).

"Salvatore Cauchi Siamo arrabbiati e indignati: la Regione li paga di più e ha stabilito la quota di dosi da dare loro. Noi invece abbiamo ricevuto 5 vaccini a testa

Domenico Crisarà Accedono al portale regionale, noi possiamo vedere i vaccinati ma non i prenotati, così siamo costretti a chiamare gli assistiti uno per uno

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